L’Italia delle disuguaglianze: l’1% ha lo stesso patrimonio del 70% della popolazione più povera – I dati Oxfam

Il rapporto si intitola “Time to care” e guarda anche al resto del mondo, dove 22 uomini hanno la stessa ricchezza di tutte le donne dell’Africa

La proporzione è nota, ma rileggere i numeri ha un altro effetto. Soprattutto perché la tendenza che definiscono è sempre più netta. In vista del World economic forum di Davos, Oxfam ha pubblicato il suo rapporto sulle diseguaglianze: Time to care, il titolo.


Le 2153 persone più ricche del pianeta hanno un patrimonio totale di 2 019 miliardi di dollari, una ricchezza che è superiore a quella dei 4,6 miliardi di persone più povere sulla Terra, ossia il 60% della popolazione mondiale.


Nel suo rapporto Oxfam cerca di riprendere casi diversi per rendere ancora più visibile questo divario. Un esempio è quello delle donne africane: mettendo insieme la ricchezza di tutte le donne di questo continente si raggiunge una ricchezza che è sufficiente per arrivare a quella dei 22 uomini più ricchi del mondo.

I dati sulla diseguaglianza in Italia e il coefficiente di Gini

Per quantificare la diseguaglianza della distribuzione della ricchezza in una popolazione viene usato un indicatore noto come coefficiente di Gini. Creato dallo statistico italiano Corrado Gini, questo valore è compreso tra 0 e 1, più si avvicina allo 0 più la distribuzione è omogenea, più si avvicina a 1, più aumenta la diseguaglianza.

Il coefficiente di Gini per l’Italia è quantificato attorno a 0,58. Un valore che colloca il nostro Paese al 23° posto tra i 28 Stati europei. E questo non è il solo dato che definisce la disegualianza economica.

In Italia l’1% della popolazione più abbiente ha la stessa ricchezza del 70% della popolazione più povere. Una forbice che negli ultimi 20 anni ha continuato ad aprirsi, visto che la ricchezza dei più benestanti è aumentata del 7,6% mentre quella della metà della fascia di popolazione più povere è diminuita del 36,6%.

Una situazione spiegata meglio da Elisa Paciotti, direttrice delle campagna Oxfam per l’Italia: «Siamo indietro rispetto all’Europa e famiglie a basso reddito in Italia non possono supportare e sostenere un figlio nel percorso scolastico soprattutto quando si presenta un intoppo, un problema.

Non ci sono supporti scolastici pubblici capaci di occuparsene sostenendo le famiglie. Ecco perché l’abbandono scolastico è così alto e perché abbiamo un così alto numero di giovani che non studiano e non lavorano».

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