Salvini digiuna, la Bestia no. Come funziona la raccolta dati dell’ultima campagna della Lega

Nome, cognome, regione di residenza, provincia di residenza, comune di residenza e mail. Basta saltarne uno e non si può accedere alla campagna

«Rischia la galera per aver difeso la Patria!». Certo, i toni non sono quelli del Vinci Salvini delle ultime elezioni europee ma lo schema alla base di #digiunopersalvini è esattamente lo stesso: gamification e profilazione.


Come funziona il nuovo concorso made in Lega

Niente caffè, niente celebrazioni sui social. Questa volta l’unico premio è vedere comparire il proprio nome, o il proprio nickname, nella home page del sito dell’evento. Per partecipare bisogna compilare un form che richiede: nome, cognome, regione di residenza, provincia di residenza, comune di residenza e mail. Se tutti questi campi non vengono compilati non si può partecipare, altri come numero di cellulare ed età non sono obbligatori. Ovviamente bisogna dare il consenso per la privacy che spiega le finalità del trattamento:


Fonte: Digiunopersalvini.it

I dati personali da Lei forniti, ai sensi di quanto previsto al punto che precede, sono pertanto necessari ai fini di:
1. gestire la raccolta firme per la campagna denominata “#digiunoperSalvini”;
2. all’invio di materiale illustrativo, di aggiornamento sulle novità, iniziative e attività del Partito (materiale informativo e comunicazioni di promozione elettorale e politica, informazioni su manifestazioni, incontri, assemblee, dibattiti, conferenze, convegni e simili, pubblicazioni o altro, attraverso l’invio di posta tradizionale, posta elettronica, sms, mms o attraverso contatti telefonici) ed in generale a condividere proposte programmatiche di natura politica;
3. ad assolvere a specifiche richieste da parte dell’interessato;
4. all’accertamento, esercizio e difesa dei diritti di LpSP in sede giudiziale e stragiudiziale.

Sempre nell’informativa si legge anche per quanto verranno conservati i dati:

con riferimento ai dati trattati per i quali è stato rilasciato il consenso con riferimento alla campagna denominata “#digiunoperSalvini” il termine di conservazione sarà di mesi 1 dalla sottoscrizione

Quindi, anche questa volta, il materiale raccolto diventerà una preziosa fonte di informazioni per la comunicazione leghista, permettendo di tracciare meglio il proprio elettorato, soprattutto quello disposto a esprimere solidarietà al concorso.

Fonte: Digiunopersalvini.it

Nel form non è richiesto ovviamente di dimostrare in alcun modo che si digiuni davvero durante tutta la giornata. Il digiuno infatti è circoscritto a oggi, 21 gennaio. Su Instagram l’hashtag #digiunopersalvini non sta circolando molto. Su Twitter invece sta avendo un discreto successo: c’è chi parla della campagna e chi decide di ribaltarla pubblicando solo foto di cibo.

Altro trend da segnalare è #LaBestiaNONdigiuna. Anche qui foto di cibo e sfottò assortiti all’ormai famigerato sistema di analisi social utilizzato dallo staff di comunicazione della Lega.

Una tempistica non casuale

Secondo i dati di Whois, un portale per capire l’origine dei domini sul web, digiunopersalvini.it è stato creato un giorno prima che la Giunta per le Immunità si riunisse per decidere delle sorti dell’ex Ministro dell’Interno. La creazione risale infatti al 19 gennaio, alle 12.25 per la precisione.

Fonte: Whois.net

La tempistica non è casuale. L’occhio degli strateghi leghisti guarda alle elezioni regionali del 26 gennaio, quelle in Calabria ma soprattutto quelle in Emilia Romagna. Mentre in Calabria il centrodestra sembra nettamente avanti, in Emilia Romagna è un testa a testa tra Stefano Bonaccini e Lucia Borgonzoni. Secondo un sondaggio Swg del 9 gennaio, il candidato del centro sinistra Bonaccini può contare su una forbice tra il 45 e il 49%, mentre Borgonzoni, in forza al centrodestra, si muove tra il 43 e il 47%.

La campagna Digiuno Per Salvini potrebbe essere quindi l’ultimo tentativo per spostare voti dalla parte della Lega. Soprattutto perché si unisce a un tour serrato dell’Emilia Romagna che sta mettendo a dura prova anche un politico abituato alla piazza come il leader della Lega. «Sun Strac», sono stanco, ha dichiarato al Corriere della Sera. E poi parlando della sua voce: «La sto lasciando sulla via Emilia»

L’inizio del digiuno di massa

La storia di questo nuovo evento organizzato dallo staff di comunicazione della Lega parte da lontano, dal luglio del 2019. È la seconda estate dei #portichiusi. La nave Gregoretti, in forze alla Guardia Costiera Italiana, ha oltre 130 migranti a bordo, tutti salvati in mare.

Questa volta le Ong non c’entrano: 50 migranti sono stati salvati dal peschereccio Accursio Giarratano, 91 invece erano a bordo di un pattugliatore della Guardia di Finanza. Sei dei migranti che arrivano sulla Gregoretti vengono subito fatti sbarcare a Lampedusa, avevano bisogno di cure mediche.

Per tutto gli altri Matteo Salvini, ministro dell’Interno, non concede lo sbarco, vuole che prima ci sia un accordo per redistribuirli in tutta Europa. Con il passare dei giorni, la tensione si allenta. Il 29 luglio vengono fatti sbarcare 16 minori e il 31 luglio tutti gli altri.

Il resto del copione è noto. A inizio dicembre il Tribunale dei ministri di Catania chiede l’autorizzazione a procedere al Senato. L’obiettivo è processare Salvini per sequestro di persona, così da verificare che la sua condotta sia stata irregolare.

Dopo diverse polemiche, soprattutto per la data scelta prima del voto regionale, il 20 gennaio la giunta per le immunità del Senato decide per il via libera al processo. Un via libera sostenuto dallo stesso leader della Lega.

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