Che fine faranno i migranti sbarcati dalla Gregoretti

Sono sbarcati ad Augusta, dopo un accordo raggiunto con 5 Paesi europei

Dopo quasi una settimana in mare, sono sbarcati ad Augusta, in Sicilia, i 115 migranti della Gregoretti. Sono stati portati nell’hotspot di Pozzallo, in attesa di essere redistribuiti nei 5 Paesi europei che si sono presi l’impegno di accoglierli.


Ad annunciare una soluzione era stato il ministro dell’Interno Matteo Salvini in una diretta Facebook: «Problema risolto – ha detto. – Non siamo il campo profughi d’Europa. Nelle prossime ore darò autorizzazione allo sbarco perché abbiamo avuto la certezza che non rimarranno a carico dei cittadini italiani che già hanno i loro problemi».


Ma dove andranno ora le 115 persone sbarcate ad Augusta? Una cinquantina di migranti rimarranno in realtà in Italia: saranno accolti dalla struttura “Mondo Migliore” di Rocca di Papa. Lo ha fatto sapere la Cei con una nota: «La Conferenza Episcopale Italiana, tramite Caritas Italiana, si è impegnata con proprie risorse professionali ed economiche a corrispondere a una richiesta del ministero dell’Interno alla Chiesa Italiana di farsi carico dell’ospitalità, dell’accoglienza e dell’assistenza – anche legale – di queste persone».

La Francia si è impegnata ad accogliere 30 persone. Lo ha annunciato il ministro dell’Interno Christophe Castaner, specificando però che Parigi si farà carico solo dei «rifugiati, e non dei migranti economici». Per questa ragione tra qualche giorno verrà mandata in Italia una equipe dell’Ufficio francese per la protezione dei rifugiati (Ofpra) .

Gli altri 35 migranti verranno poi redistribuiti tra gli altri Paesi che hanno promesso di farsene carico: Germania, Portogallo, Lussemburgo e Irlanda. Ma risolta una questione, se n’è presentata subito un’altra: la nave Alan Kurdi ha salvato 40 persone a largo della Libia. Il porto sicuro più vicino dove farli sbarcare sarebbe quello di Lampedusa, ma Salvini ha già firmato il divieto di ingresso in acque italiane: «Faccia rotta verso Tunisia».

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