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Capitana contro Capitano. Carola Rackete querela Salvini. Lui: «Ci vediamo in Tribunale»

06 Luglio 2019 - 12:00 Redazione
L'avvocato difensore della capitana della Sea Watch3 aveva annunciato querela contro il ministro dell'Interno: «Non è facile raccogliere tutti i suoi insulti»

Che la capitana della Sea Watch 3 Carola Rackete abbia deciso di querelarlo, non sembra aver scalfito Matteo Salvini che non appare pentito o dispiaciuto per averla definita «criminale». «Non vedo l’ora di incontrarla in Tribunale», ha detto il ministro dell’Interno.

Ed è tornato a definire «tentato omicidio» il presunto speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa: «Non vedo l’ora di guardare in faccia una che ha provato a uccidere dei militari italiani. Qui ci sono i giudici che decidono della vita e della morte di tutti. Fosse per me sarebbe già a Berlino», ha detto Salvini.

Carola annuncia querela

L’avvocato difensore di Carola Rackete ha annunciato una querela nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che aveva definito appunto «criminale» la capitana della nave Sea Watch 3 dopo il presunto speronamento della motovedetta della Guardia di Finanza nel porto di Lampedusa.

L’avvocato Alessandro Gamberini ha spiegato ai microfoni di radio Cusano Campus: «Come Sea Watch abbiamo già preparato la querela nei confronti del ministro Salvini. Non è facile raccogliere tutti gli insulti che Salvini ha fatto in queste settimane e anche le forme di istigazioni a delinquere nei confronti di Carola, cosa che è ancora più grave se fatto da un ministro dell’Interno».

Salvini aveva accusato la capitana Rackete di aver tentato di: «Ammazzare cinque militari italiani», oltre poi ad averla definita in diverse circostanze una «criminale». Nel corso dei giorni di stallo della nave della Ong a largo di Lampedusa, contro la capitana si è scatenato il fuoco di fila sui social con insulti e vere e proprie minacce: «Nel circuito di questi leoni da tastiera abituati all’insulto – ha aggiunto l’avvocato Gamberini – è lui (Salvini, ndr) che muove le acque dell’odio. Una querela per diffamazione è il modo per dare un segnale. Quando le persone vengono toccate nel portafoglio capiscono che non possono insultare gratuitamente».

All’annuncio della querela, Salvini ha risposto sui social: «Non mi fanno paura i mafiosi, figurarsi una ricca e viziata comunista tedesca». Prima che Salvini però possa essere coinvolto in un eventuale processo, dovrà essere la Giunta per le autorizzazioni del Senato a decidere e poi l’aula di palazzo Madama, essendo il ministro dell’Interno un senatore che quindi gode del principio di insindacabilità parlamentare.

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