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Bartolo, il medico di Lampedusa, sul naufragio in Libia: «150 morti sulla coscienza». Salvini: «Non facciamo morire nessuno»

26 Luglio 2019 - 11:16 Redazione
alan kurdi
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Dopo il naufragio al largo delle coste della Libia si riaccende lo scontro sulla chiusura dei porti

Pietro Bartolo, il medico di Lampedusa che fu in prima fila nei soccorsi ai sopravvissuti del naufragio del 3 ottobre 2013 del peschereccio con oltre 500 migranti a bordo in cui persero la vita 368 persone, oggi eurodeputato del Partito Democratico, lancia via Twitter una pesante accusa alla politica della chiusura dei porti.

Scrive Bartolo: «Abbiamo sulla coscienza altri 150 morti in mare. Nessuno potrà dire che non sapeva. Abbiamo impedito alle Ong di andare là fuori a salvare vite. Ma quel che è peggio, lo abbiamo impedito alle nostre navi, alla nostra Marina Militare, che ha anche questo dovere».

Il medico e parlamentare europeo fa riferimento al tragico evento, riferito dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr), che sarebbe avvenuto a largo di Homs, città sulla costa nord occidentale della Libia. «Un tragico naufragio sarebbe avvenuto nel Mediterraneo centrale: circa 150 migranti risultano dispersi, mentre 145 sono stati riportati sulle coste libiche». Secondo l’Alto Commissariato «oltre cento persone potrebbero aver perso la vita, mentre 140 sono state salvate e sbarcate, ricevendo assistenza medica e umanitaria da International Medical Corps (Imc), partner dell’Unhcr».

Ma il ministro dell’Interno Matteo Salvini, intervistato a Radio24, continua sulla linea della fermezza. «Il problema è bloccare gli scafisti. L’Italia sta facendo la sua parte una motovedetta ha raccolto due imbarcazioni in difficoltà e nelle prossime ore vedremo se alle parole dell’Europa seguiranno i fatti perché avremo modo di sperimentare l’accoglienza e la generosità di Italia, Germania e Francia e di tutti gli altri paesi che spesso fanno la morale all’Italia».

«Non lasciamo morire nessuno – dichiara Salvini con evidente riferimento al naufragio di Homs – ma se Macron pensa che tutti i barconi debbano arrivare in Italia e che ci debba pensare l’Italia, ha sbagliato a capire. Non sono andato a Parigi perché non c’è andato nessun ministro, è stato convocato dalla sera alla mattina dopo che la riunione ufficiale era appena stata in Finlandia».

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