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Al via l’Agenda 2023 del governo M5s-Pd: che cos’è e chi incontrerà Conte

10 Febbraio 2020 - 06:12 Alessandro Parodi
Al via la "Fase due" del governo con otto incontri sui temi oggetto dell'attività dell'esecutivo nei prossimi mesi: il premier in cabina di regia

Oggi 10 febbraio prendono il via gli incontri dell’Agenda 2023, la cosiddetta “Fase due” del governo giallorosso: una ripartenza, dai temi, fortemente voluta dal premier Giuseppe Conte che in prima persona guiderà i tavoli – 8 in tutto, l’ultimo dei quali in programma martedì 18 febbraio: dal welfare alla crescita, passando per la semplificazione burocratica e l’immigrazione, per arrivare al tema caldo della giustizia.

Un programma decisamente ambizioso, già dal nome, che fa riferimento alla scadenza naturale della legislatura: il 2023, appunto, cui il governo punta ad arrivare. Il richiamo però è anche all’Agenda 2030 delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Sostenibile, sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi dell’Onu. Quello dell’esecutivo vuole essere un nuovo inizio, dopo la gestione per così dire ‘emergenziale’ dei primi mesi, alle prese con i conti della legge di Bilancio e la fase di studio fra i principali azionisti di governo, Pd e M5S, trasformatisi in poche settimane da acerrimi avversari in alleati.

L’Agenda 2023 nella sostanza si concretizzerà in una serie di incontri, che si svolgeranno alla presidenza del Consiglio, in cui Conte siederà con i ministri competenti per le materie trattate di volta in volta, i capi delegazione delle forze di maggioranza e i capigruppo di Camera e Senato delle commissioni interessate. Non sono previsti per ora, come invece era stato annunciato, incontri pubblici: il premier, nei giorni caldi del dibattito sulla prescrizione, sceglie quindi di tracciare un cronoprogramma e di serrare le fila.

Il presidente del Consiglio, primo garante del patto di governo, aveva lanciato l’iniziativa spiegando: «Non c’è tempo da perdere. Il Paese vuole correre, e noi abbiamo l’obbligo di scandirne il ritmo». Gli otto incontri sembrano voler essere appunto i metronomi di questo rilancio dell’azione dell’esecutivo, che ha acquistato nuova fiducia dopo lo scampato pericolo delle elezioni in Emilia-Romagna, che se ha ridisegnato i rapporti di forza interni (con i 5 Stelle più deboli e i dem più forti), ha anche allontanato dall’orizzonte la possibile scalata di Matteo Salvini a Palazzo Chigi.

I tavoli

Per due settimane i tavoli sull’Agenda rappresenteranno quindi il cuore dell’attività del capo di governo che, si dice, vuole “correre”: si parte da temi forse meno divisivi come lavoro (lunedì) e crescita e sviluppo sostenibile (giovedì) per arrivare all’ultimo appuntamento di martedì 18 con la bollente riforma della giustizia. Dalle parti dei 5 Stelle si era scherzato all’annuncio della data: «Un po’ come all’università – aveva scherzato un ministro pentastellato all’indomani del Cdm sulla prescrizione e sul processo penale – quando gli esami più complicati si lasciavano all’ultimo, con tutti i rischi del caso».

Prima di arrivare allo scoglio giustizia il governo però dovrà fare i conti con un altro provvedimento-bandiera del M5S: il reddito di cittadinanza, che sembra non aver dato i risultati sperati né in termini di ritorno sulla crescita dei consumi, né dal punto di vista dei consensi per i grillini. Proprio a proposito del sussidio il premier, il 6 febbraio, rispondendo al question time al Senato, aveva chiarito che «resta fermo l’impegno del governo ad attuare nella sua massima potenzialità il reddito di cittadinanza, al fine di migliorarne la capacità di contrasto alla povertà e di incentivare il reinserimento socioeconomico, nell’ambito della definizione dell’Agenda 2020-2023».

Insomma, per Conte il reddito di cittadinanza deve restare una misura centrale anche nel piano dell’esecutivo nei prossimi mesi e, auspicabilmente per lo stesso presidente del Consiglio, anche per i prossimi anni. Le parole di Conte, cioè confermare il RdC all’interno del lungo periodo dell’Agenda 2023, è parso anche un modo per rispondere all’iniziativa di Forza Italia che ha annunciato una nuova raccolta di firme per richiedere un referendum che abolisca la misura.

L’intenzione del premier quindi è quella di mettere dei punti facendo sedere attorno allo stesso tavolo gli alleati e guidandoli verso decisioni comuni che si conta di mettere nero su bianco e portare a casa, almeno in fase di elaborazione generale.

Conte, in qualche modo scottato dalla litigiosità dell’esecutivo gialloverde, sembra non voler ripetere l’esperienza di affidarsi troppo alle iniziative dei partiti. Quindi: Agenda e tavoli chiusi. Non sarà certamente facile però, in una fase in cui il Movimento 5 Stelle è in piena ebollizione interna dopo le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico. E in cui Italia Viva, come sull’affaire prescrizione, mette in dubbio le certezze, anche numeriche, della maggioranza.

Gli appuntamenti dell’Agenda 2023

  • Lunedì 10 febbraio, ore 17.30: Occupazione e politiche di welfare
  • Giovedì 13 febbraio, ore 17.30: Crescita e sviluppo sostenibile
  • Venerdì 14 febbraio, ore 15: Semplificazione normativa e burocratica, Riforma fiscale
  • Lunedì 17 febbraio, ore 8.30: Sicurezza e immigrazione. Ore 11.30: Salute. Ore 16.30: Scuola, Università, Ricerca e Innovazione digitale
  • Martedì 18 febbraio, ore 14.30: Europa e Riforme. Ore 17.30: Riforme Giustizia.

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