Coronavirus, le Sardine lanciano il primo flash mob virtuale. Santori: «Facciamo solidarietà coinvolgendo»

Le campagne “#iorestoacasa e faccio 6000 cose” e “un #maresolidale” hanno raccolto 11.000 euro in meno di 48 ore da destinare alla Protezione civile. «Grazie alla solidarietà delle Sardine acquisteremo ventilatori per la terapia intensiva»

«Abbiamo deciso di fare una cosa un po’ diversa cercando di coinvolgere le persone che hanno il compito fondamentale di restare a casa». Mattia Santori, dalla quarantena bolognese, spiega in cosa consiste la prima mobilitazione totalmente virtuale del movimento delle Sardine. «Invece di seguire il solo “Io resto a casa”, abbiamo creato un’iniziativa di solidarietà digitale: “Io resto a casa e faccio 6000 cose”».


In cosa consiste? «È una challenge in cui ci si sfida a compiere un’azione insolita, restando all’interno della propria abitazione. Se lo sfidato la porta a termine, chi ha lanciato la sfida deve fare una donazione alla Protezione civile». Le donazioni vanno da 10 a 100 euro in base alla difficoltà della sfida e si possono fare al link della campagna “un #maresolidale”. L’intero ricavato sarà devoluto alla Protezione civile per l’acquisto di ventilatori per la respirazione per la terapia intensiva e subintensiva.


«È un modo di fare solidarietà coinvolgendo. Nelle prime 48 ore, siamo riusciti a raccogliere 11.000 euro». Alla campagna hanno già aderito centinaia di Sardine e personaggi del mondo dello spettacolo. L’emergenza sanitaria del Coronavirus non ha interrotto l’attività di riorganizzazione interna del movimento che sarebbe culminata a Scampia il 14 marzo: «Stiamo scoprendo un sacco di tool online per le videoconferenze, paradossalmente stiamo facendo più riunioni adesso visto che siamo costretti a restare a casa», dice Santori.

Il libro dei fondatori: Le Sardine non esistono

Il 10 marzo è uscito per Einaudi il libro firmato da Mattia Santori, Andrea Garreffa, Roberto Morotti, Giulia Trappoloni, i quattro fondatori del movimento. Le Sardine non esistono: «Era un modo per fissare i momenti in cui tutto ciò è partito. Ed è fondamentale perché è stata l’idea iniziale a trainare tutta Italia».

Ma le Sardine esistono oppure è stato soltanto un sogno collettivo? «Le Sardine esistono in quanto persone che decidono di rendere più accessibile la politica. Ma esistono attraverso un’idea: quello che ci diciamo sempre è che le Sardine devono trovare una nuova idea, una nuova missione e un nuovo modo di proporla. La fase delle piazze non può andare avanti all’infinito».

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