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Burkina Faso, liberati in Mali Luca Tacchetto ed Edith Blais: erano stati rapiti a dicembre del 2018

Sono stati liberati nel Mali, dopo ben 15 mesi

Luca Tacchetto e Edith Blais sono liberi. L’italiano rapito dal ramo locale dell’Isis in Burkina Faso quindici mesi fa assieme alla sua compagna di viaggio, una ragazza canadese, sono stati rilasciati nel Mali. Secondo fonti americane citate dal New York Times, i due sarebbero stati rilasciati venerdì nella città di Kidal, al nord del Paese. Sono ancora da chiarire le circostanze del loro rilascio e esattamente quale gruppo li avrebbe liberati. Si ipotizza che ci possa essere stato un scambio tra il ramo locale dell’Isis – noto come lo Stato Islamico del Grande Sahara – e un gruppo affiliato ad Al-Qaeda, noto con l’acronimo JNIM.

Di Maio: «Li ho sentiti a telefono, stanno bene»

Secondo l’Ansa, l’operazione è stata seguita anche dall’Unità di Crisi della Farnesina e ci sarebbero stati contatti in corso dal mattino tra il ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il suo omologo canadese François-Philippe Champagne. «In questo momento di difficoltà per il Paese arriva una buona notizia: il nostro connazionale Luca Tacchetto è libero», ha scritto su Facebook Di Maio, che ha confermato di aver sentito al telefono Tacchetto e suo padre.

Il viaggio verso il “Grande Sahara”

Il viaggio di Tacchetto e Blais, iniziato in macchina nel Veneto, si sarebbe dovuto concludere in Togo dove i due intendevano partecipare come volontari alla costruzione di un villaggio, quando sono stati intercettati e presi in ostaggio in quello che è uno dei paesi più poveri e politicamente turbolenti del continente africano. L’ex colonia ha subito diversi attacchi di matrice jihadista da quando, nel 2015, si sono tenuto le prime elezioni libere che hanno portato all’elezione di Roch Marc Christian Kaboré. Nel dicembre del 2019 il Presidente era stato costretto a dichiarare lo stato d’emergenza dopo l’uccisione di dieci soldati nei pressi del confine con il Mali, che da tempo ormai viene usato da Al Qaeda e altri gruppi terroristici di matrice islamica, come base per nascondere gli ostaggi.

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