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Coronavirus, rientro all’università in due fasi. Manfredi: «A luglio online, a settembre con sistema misto»

09 Aprile 2020 - 17:15 Giulia Marchina
Previste anche misure che riguarderanno il diritto allo studio e il sostegno all'affitto per gli studenti fuori sede

I dettagli su come verrà gestita la vita universitaria alla fine dell’emergenza sanitaria da Coronavirus sono ancora tutti da definire. Oggi però, 9 aprile, durante un’audizione alla Commissione Istruzione, il ministro dell’Università Gaetano Manfredi ha fatto sapere che verrà creata una sorta di “reinserimento” negli atenei, diviso in due fasi: una prima di completamento di questo semestre, fino a luglio, «con attività individuali in presenza per la ricerca mentre verranno svolte on line tutte le attività collettive, ovvero le lezioni». Poi, da settembre, «si avrà un modello misto, “avviando attività in presenza con un modello molto flessibile che possa essere adattato secondo le diverse realtà territoriali e l’affollamento dei diversi corsi di laurea».

Il Ministero è alle prese anche con le misure che riguarderanno il diritto allo studio e il sostegno all’affitto per gli studenti fuori sede. A questo proposito, dice, «stiamo facendo una serie di valutazioni». Si tratta di provvedimenti «che saranno sostenuti dal governo ma hanno impatto sulle Regioni che dovranno gestire questi strumenti». Per questo è in corso un confronto con le Regioni.

Borse di studio e lauree abilitanti

Per Manfredi, un ulteriore obiettivo da raggiungere sarà aumentare la platea delle borse di specializzazione: oggi arriva a circa 9 mila, la proposta è di inserire altre 5 mila borse di specializzazione per poter garantire un maggior numero di medici specializzati soprattutto nelle aree critiche. «I giovani messi in campo in situazione di emergenza hanno dimostrato grande professionalità testimoniando con concretezza la validità dei percorsi formativi», ha dichiarato il Ministro.

Poi: «Gli esami di Stato stanno trovando in questa fase difficoltà di espletamento: si consentirà di poter adottare modalità diverse per il farli. Abbiamo anche adottato la misura per la trasformazione della laurea in Medicina in laurea abilitante». «Speriamo – ha aggiunto – che questo possa essere un viatico per una serie di procedure che possano garantire tempi più rapidi e un più veloce accesso dei laureati al mondo del lavoro».

Il Ministro ha ricordato anche i due decreti per l’inserimento di specializzandi nell’ambito dell’attività professionale in corsia. «Questi due interventi, concertati col ministero della Salute, hanno visto un impegno per garantire la piena tutela del percorso formativo degli specializzandi». «Un altro intervento normativo – ha proseguito – è stata una semplificazione per la laurea in discipline infermieristiche: questo ha consentito di poter laureate in pochi giorni più di 1000 infermieri».

Il titolare dell’Università ha poi detto che le attività scientifiche «non si sono mai fermate, in particolare l’area Biomedica». Infine ha sottolineato l’esigenza di un intervento normativo «di riordino e semplificazione» per gli Afam, l’Alta formazione artistica, musicale e coreutica – ambito che sta accusando perdite non indifferenti dallo scoppio dell’emergenza.

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