Coronavirus. Ansia, poco sonno e problemi nell’apprendimento. Il lockdown vissuto dagli studenti – Lo studio
I giovani sono tra le categorie che hanno subito il maggior numero di restrizioni a causa del Coronavirus. Prima fra tutte, la chiusura della scuola che con un colpo solo ha ostacolato apprendimento e socialità. Ma qual è stato l’effetto psicologico del lockdown sugli studenti? Secondo una prima indagine, fatta su circa 9mila ragazzi tra gli 11 e 21anni, i due mesi di quarantena e l’interruzione dell’attività scolastica avrebbero portato a un aumento dei disturbi d’ansia e degli stati depressivi tra gli adolescenti.
Poco sonno e alimentazione irregolare
A dirlo è un recente studio “Giovani e Quarantena”, promosso dall’associazione nazionale Di.Te. (Dipendenze tecnologiche, Gap, Cyberbullismo) in collaborazione con Skuola.net. Ad incidere sullo stato psico-fisico degli intervistati ci sono vari fattori, tra cui, innanzitutto, un cambio nel ritmo del sonno.
Circa l’80% dichiara di aver cambiato gli orari in cui si svegliano e in cui vanno a dormire. Circa la metà (il 49%) riporta di avere spesso risvegli notturni e il 46% ha difficoltà ad addormentarsi. Altra abitudine ad aver subito un cambiamento è l’alimentazione, con circa il 58% degli intervistati che dice di mangiare di più e il 40% che dice di mangiare «a qualsiasi orario».
Tecnologia e apprendimento
Gli svantaggi dell’iper-connessione sono oggetto di indagini da prima del lockdown, che non ha fatto altro che esacerbare vecchi problemi: secondo lo studio mentre un terzo degli intervistati dichiara di essere sempre connesso, circa il 74% riporta un senso di solitudine legato alla socializzazione via web. L’altra grande ombra riguarda l’apprendimento online.
Lasciando da parte le statistiche che riguardano il digital divide – secondo l’Istat, al Sud 4 famiglie su 10 non hanno accesso a un computer – il 54% degli intervistati non ha un’opinione positiva della scuola via web. Tra loro circa un terzo dice di fare fatica a concentrarsi durante le lezioni online e il 15,4% ammette che la possibilità di accendere pc e smartphone lo tenta a fare altro. Insomma, manca il contatto con gli altri studenti, ma anche la presenza fisica a scuola.
Foto di copertina: gbarkz su Unsplash
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