Coronavirus. «C’era una volta un virus»: la Cina risponde alle accuse Usa con un cartoon – Il video
Alle accuse su Twitter e in diretta televisiva fatte dai vertici della politica americana sui presunti tentativi da parte della Cina di insabbiare le origini della pandemia di Coronavirus, Pechino risponde con un video animato dai Lego. Da una parte a rappresentare gli Stati Uniti c’è una versione in miniatura della Statua della Libertà, dall’altra un guerriero in terracotta, con in volto una mascherina, parla a nome della Cina.
Il secondo viene mostrato mentre cerca in tutti i modi di ragionare con il primo e lo informa sull’evoluzione della malattia e le precauzioni necessarie da adottare per contrastarla (da notare che il video parte con la notifica nel mese di dicembre all’Organizzazione mondiale della sanità di una «strana polmonite», mese in cui, secondo le ultime accuse degli Stati Uniti, la Cina sarebbe già stata al corrente dell’esistenza del Coronavirus).
Ai consigli e gli allarmi lanciati dal guerriero di terracotta, la Statua della Libertà risponde negando i fatti («È solo un’influenza!» ribatte all’annuncio della scoperta del virus da parte della Cina), offrendo indicazioni contraddittorie sull’uso delle mascherine, e infine attaccando il gigante asiatico («Non abbiamo fatto niente per tre mesi, e siccome l’Oms è d’accordo con la Cina, tagliamo i fondi all’Oms»).
Almeno, così sostiene la propaganda cinese che rimprovera agli Usa di essere finiti dalla parte del torto a forza di voler a tutti i costi essere nel giusto. Il video, che dal 30 aprile ha ottenuto circa 860mila visualizzazioni su YouTube, è stato ripostato su Twitter anche dal portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Zhao Lijian. Nel frattempo la compagnia Lego ha preso le distanze dichiarando a Business Insider: «Non siamo stati coinvolti nel fare questa animazione in alcun modo […] Come gruppo di giocattoli ci focalizziamo sul portare i giochi ai bambini e alle famiglie».
Video Credits: Xinhua Agency – YouTube
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