Coronavirus, Bankitalia bacchetta le banche in ritardo con i prestiti: «La rapidità è sacrosanta»

Bankitalia ha inviato una lettera a un gruppo di banche che «presentano un numero di erogazioni di prestiti garantiti, in rapporto alle richieste ricevute, inferiore al valore mediano del sistema»

Circola una comunicazione interna, la mattina dell’11 giugno, nelle sedi di alcuni istituti di credito italiani. È una lettera esplorativa inviata da Banca d’Italia: l’intento sarebbe quello di risalire alle cause della lentezza nell’erogazione dei prestiti garantiti dallo Stato. Un credito a famiglie e imprese che dovrebbe essere fornito rapidamente, visto che è stato concepito per rispondere all’emergenza economica derivata dalla pandemia del Coronavirus.


Si tratta di «una comunicazione a un gruppo di banche che presentano un numero di erogazioni di prestiti, in rapporto alle richieste ricevute, inferiore al valore mediano del sistema – spiega il responsabile della vigilanza di Bankitalia, Paolo Angelini. Il quale, durante l’audizione in Commissione d’inchiesta, chiede – di attivarsi rapidamente per rimuovere eventuali cause di ritardo imputabili a loro carenze».


Una questione di burocrazia

«Nella lettera chiediamo informazioni sulle cause dei ritardi, pur sottolineando la loro piena autonomia nella decisione di concedere o meno i finanziamenti – dichiara Angelini, aggiungendo che dalle prime evidenze parrebbe che i ritardi – non sono legati al capitale o alla liquidità». Piuttosto, la lentezza del sistema bancario in questa fase sarebbe imputabile a burocrazia, elevato numero di domande e difficoltà generali provocate dalla pandemia.

«Equilibrio tra risorse a imprese e tutela della legalità»

«Sui prestiti ci sono tre esigenze tutte da tutelare: la rapidità dei prestiti che è sacrosanta, la tutela dei conti dello Stato verso chi sicuramente non lo restituirà con una perdita per i contribuenti e la tutela della legalità – afferma Angelini, chiedendo poi un equilibrio tra «far affluire le risorse con rapidità alle imprese che ne hanno bisogno e la tutela della legalità e dei conti dello Stato, evitando che l’intervento pubblico finisca per avvantaggiare l’economia illegale, o che le garanzie vadano a coprire prestiti a elevatissimo rischio di non essere onorati».

Il sistema bancario a rischio

Nelle parole del responsabile della vigilanza, però, c’è preoccupazione non soltanto per le piccole e medie imprese: «Anche le banche saranno colpite dalla crisi – dice, sostenendo che alcune – simulazioni non sono rassicuranti». Angelini, durante l’audizione in commissione Banche, sottolinea come «una perdita del 9% del Pil quest’anno non potrà non incidere sulle imprese e, a catena, sulla banche che sono esse stesse imprese».

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