Caso George Floyd, tensione a Londra tra estrema destra e polizia

I gruppi nazionalisti si sono radunati davanti alla statua di Winston Churchill, poi è partita l’aggressione. La principale manifestazione di Black lives matter era stata annullata

Nel Regno Unito le proteste per la morte di George Floyd hanno avuto come conseguenza violente contromanifestazioni da parte dell’estrema destra. Sebbene oggi, 13 giugno, fossero state annullate, dagli organizzatori, ulteriori iniziative del movimento Black Lives Matter, nella capitale britannica si sono verificati momenti di tensione tra estremisti di destra e polizia. A Londra infatti i nazionalisti sono scesi in strada per una dimostrazione «in difesa dei nostri monumenti».


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Tra i manifestanti anche Paul Golding, leader di Britain First, oltre che gruppi di tifosi di calcio provenienti da tutto il Paese. Alcuni si sono radunati davanti alla statua di Winston Churchill, nella piazza del Parlamento, altri davanti al Cenotafio. 

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L’atmosfera si è surriscaldata quando alcuni manifestanti hanno tentato di superare le transenne davanti a Downing Street e hanno lanciato oggetti contro la polizia. Il ministro degli Interni, Priti Patel, ha pubblicato su Twitter i video degli scontri definendoli «inaccettabili atti di violenza». «Chiunque compia violenza o vandalismi dovrà risponderne davanti alla giustizia. – ha scritto Patel – La violenza verso i nostri agenti non sarà tollerata».

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Nei giorni scorsi, durante le dimostrazioni del movimento Black Lives Matter, la statua di Winston Churchill posta di fronte al Parlamento di Westminster era stata imbrattata con la scritta «era un razzista». Altre statue, come quella a Bristol di Edward Colston, uomo d’affari dell’epoca imperiale e trafficante di schiavi, sono state danneggiate. Di qui la reazione dei gruppi di estrema destra e nazionalisti.

Video in evidenza Twitter @VinnieoDowd. Foto in evidenza Ansa: Paul Goulding, leader del gruppo di estrema destra Britain First

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