Coronavirus, l’accusa del Lancet al Regno Unito: «La gestione dell’emergenza è il più grande fallimento di una generazione»

Per Richard Horton, i consiglieri sarebbero stati «molto più concentrati sui problemi economici che su quelli sanitari»

La gestione dell’emergenza Coronavirus nel Regno Unito «è stata un fallimento catastrofico». E non solo per le mancanze dei suoi rappresentanti e delle uscite spiacevoli di Boris Johnson a inizio epidemia. L’editorialista del Lancet, Richard Honor, ha pubblicato un libro nel quale mette in fila tutti i gravi errori del governo britannico nella gestione dell’emergenza e le responsabilità delle autorità per l’impennata di contagi e morti – a parer suo «evitabili».


Il testo si intitola «The COVID-19 Catastrophe: What’s Gone Wrong and How to Stop It Happening Again», e descrive la risposta di Johnson alla pandemia come «il più grande fallimento di una generazione». Un’accusa aperta e senza filtri rivolta in primis agli esperti della Sage (Scientific Advisory Group for Emergencies) – che hanno consigliato il governo nelle decisioni -, ma anche al Royal Colleges, all’Academy of Medical Sciences, alla British Medical Association (BMA) e alla Sanità Pubblica britannica, che hanno risposto in maniera «lenta e impreparata» agli avvertimenti dell’Oms arrivati a fine febbraio.


Tra le accuse formulate da Horton c’è anche quella di una mancata comunicazione delle autorità nazionali con il governo cinese. Una mancanza evidente fin dalle prime battute della diffusione del virus nel Regno Unito. «Avrebbero potuto tranquillamente alzare il telefono o mandare una mail per chiedere: abbiamo letto i vostri paper su Lancet, andranno davvero così male le cose? Come procede a Wuhan?», ha dichiarato Horton al Guardian. «In quel modo avrebbero capito quale scenario gli sarebbe piombato davanti».

Da quanto traspare dai report pubblici della Sage, i consiglieri sarebbero stati «molto più concentrati sui problemi economici che su quelli sanitari». Uno dei focus è la mancata velocità nell’applicare il lockdown – errore ammesso anche da Chris Whitty, a capo del consiglio sanitario dell’Inghilterra – nonostante i numerosi articoli pubblicati sulla stessa Lancet.

In ogni caso, il dibattito sollevato da Horton sembra non essere destinato a fare tanto chiasso nel Paese a causa della cattiva reputazione che l’editorialista continua a portarsi dietro dopo la scelta di pubblicare sulla rivista il paper di Andrew Wakefield. Nel testo accettato da Lancet, Wakefield rivendicava il collegamento tra i vaccini e l’autismo: una posizione che generò panico a livello mondiale, portò a un drastico crollo delle vaccinazioni e contribuì alla crescita del movimento antivaccinista.

Leggi anche: