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«Al settore auto serviranno 3 anni per riprendersi», il manager Fca: «La produzione resta in Italia»

Il manager a capo delle attività europee di Fca chiede più incentivi per la vendita delle auto ibride, rimaste ad affollare gli spiazzali delle concessionarie. L'intervento in Senato il giorno dopo il via libera al prestito per la multinazionale garantito all'80% dallo Stato

Gli effetti della pandemia di Coronavirus sul mercato italiano dell’auto porteranno perdite al settore di almeno il 35%, secondo il responsabile delle attività europee di Fca, Pietro Gorlier. In audizione al Senato, il manager ha indicato una via per risollevare il comparto auto attraverso l’aumento degli «incentivi all’ibrido leggero», in modo da «smaltire i veicoli in stock, fermi dai concessionari».

Ci vorranno anni perché comunque il settore auto riesca a riprendersi, dopo il crollo pesantissimo delle vendite iniziato con il lockdown di marzo. Blocco che ha portato a immediate perdite di posti di lavoro, che non potranno essere assorbite prima del 2023.

Fca resta in Italia

Gorlier ha poi allontanato dubbi su possibili trasferimenti della produzione all’estero: «I nostri sviluppi produttivi sono in Italia – ha aggiunto – dove la produzione aumenterà. Naturalmente – ha chiarito – siamo una multinazionale e faremo anche cose all’estero». È di ieri la nota del ministero dell’Economia che ha confermato il via libera al prestito per Fca garantito all’80% dallo Stato con il fondo Sace.

Il prestito da 6,3 miliardi sarà erogato da Intesa San Paolo e, stando alle dichiarazioni di Fca Italy, servirà a mettere in campo «un ampio piano di investimenti per l’Italia, gran parte del quale già avviato. A cominciare dagli stabilimenti di Termoli, in Molise, dove sarà sviluppato il nuovo motore ibrido per le Jeep Renegade e Compass e per le Fiat 500 X che sono prodotte a Melfi.

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