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Finita la seconda giornata del vertice sul Recovery Fund. Conte: «L’Europa è sotto il ricatto dei Paesi frugali»

18 Luglio 2020 - 23:44 Redazione
«Da domani si discuta anche di una politica fiscale comune», chiede il premier italiano. L'ammontare totale del piano di aiuti resta a 750 miliardi, con un nuovo equilibrio: 450 di sussidi e 300 di prestiti

Nessun accordo, non ancora. Il nuovo appuntamento per i leader europei è fissato per domenica 19 luglio alle 12, sempre a Bruxelles. Nonostante le diverse proposte arrivate durante la giornata non si è trovata ancora una quadra sul Recovery Fund, il fondo che dovrebbe aiutare i Paesi dell’Unione Europea a uscire dalla crisi economicata nata dall’epidemia di Coronavirus. Secondo il giornalista svedese Andreas Liljeheden, a fermare la firma dell’accordo sarebbero stati gli F4, il fronte dei quattro Paesi che stanno ostacolando Recovery Fund e che ormai sono definiti “frugali”. L’elenco di questo gruppo comprende Austria, Olanda, Svezia e Danimarca. Secondo Liljeheden finito il vertice, gli F4 si sarebbero incontrati in una nuova riunione a cui avrebbe partecipato anche un altro Paese: la Finlandia.

Stando alle parole di un altro giornalista, Christian Spillmann, ci sarebbe stata anche una seconda riunione notturna, con protagonisti Emmanuel Macron, Angela Merkel e Charles Michel, il presidente del Consiglio europeo. Secondo alcune fonti, a questo incontro ci sarebbe stato anche Mark Rutte, primo ministro dell’Olanda. Le fonti della delegazione tedesca sono positive sulla possibilità di trovare un accordo: «Le discussioni sono in una fase importante. Non si può ancora dire se ci sarà una soluzione domani. Ma il lavoro è utile perché c’è una grande volontà tra gli Stati membri di trovare una soluzione».

Conte: «La partita è ancora aperta»

Una volta finita la giornata di incontri e riunioni, il premier Giuseppe Conte ha rilasciato una serie di dichiarazioni per commentare tutte le trattative attorno al Recovery Fund: «La partita è ancora aperta. Ci sono punti specifici su cui stiamo discutendo anche animatamente». Poi però il premier, come riporta l’agenzia stampa Ansa, si è lasciato andare a un giudizio più duro sui Paesi dell’F4: «L’Europa è sotto il ricatto dei Paesi frugali». E non si è risparmiato nemmeno sul primo ministro olandese: «La sua richiesta di porre il veto e coinvolgere il Consiglio europeo anche nella fase attuativa è indebita dal punto di vista giuridico, politico e poco praticabile in concreto. Ma non si è mai permesso di chiedermi questa o quella riforma».

La proposta di Charles Michel

Una delle ultime proposte su cui gli Stati hanno trattato è stata quella di Charles Michel. Rimane intatto il volume totale di 750 miliardi di euro, ma scende la parte dei sussidi (450 miliardi da 500), cambiando così l’equilibrio tra i trasferimenti a fondo perduto e i prestiti, che salgono a 300 miliardi da 250. Tuttavia, pur diminuendo la quota delle sovvenzioni, viene rafforzata di 15 miliardi la parte sostanziale della Resilience Recovery Facility (che prevede allocazioni dirette ai Paesi), che aumenta (da 310 miliardi a 325). Il taglio riguarda invece la parte di trasferimenti suddivisi tra vari programmi. «La proposta sulla governance presentata da Michel è un passo nella giusta direzione», fanno sapere fonti Ue olandesi. Ma sottolineano come si tratti di un pacchetto, «e ci sono molte cose ancora da risolvere. Se ci riusciamo dipenderà dalle prossime 24 ore». Di altro avviso invece il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che non sarebbe affatto soddisfatto della possibilità, per un singolo Paese, di porre un veto sull’attuazione del budget. Nel corso della riunione pomeridiana, secondo quanto riferito da fonti italiane a Bruxelles, il primo ministro olandese Mark Rutte ha insistito con la richiesta che il via libera all’erogazione dei fondi ai singoli Stati sia condizionata all’unanimità del Consiglio Ue. Una richiesta definita per l’Italia come «inaccettabile», che non permette di sbloccare un’intesa. E non sarebbe solo questo il nodo da sciogliere.

La proposta dell’Italia e l’incontro tra Conte, Rutte e von der Leyen

Secondo fonti della delegazione italiana, Giuseppe Conte, il primo ministro olandese Mark Rutte e la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen si sarebbero incontrati in un colloquio a tre in tarda serata. Un incontro anticipato da un’altra riunione, a cui avrebbero partecipato solo Conte e von der Leyen. È probabile che al centro di queste riunioni ci sia la proposta avanzata dall’Italia per modificare il meccanismo che può fermare l’erogazione dei fondi del Recovery Fund. Sempre secondo fonti italiane, la proposta prevede che le decisioni vengano prese «a maggioranza qualificata e non all’unanimità». Fin dall’inizio della trattativa, Conte si è opposto alle richieste di Rutte di prendere le decisioni sui piani di riforma nazionali all’unanimità.

I colloqui ristretti della mattinata

I vertici ristretti erano cominciati già questa mattina, quando era stato organizzato un incontro a sette. La cancelliera Angela Merkel ha messo attorno al tavolo il premier olandese Mark Rutte, insieme al presidente francese Emmanuel Macron, il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e il premier Pedro Sanchez nel tentativo di trovare un compromesso. Alla riunione hanno partecipato anche il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, e la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. Il tentativo era quello di riavvicinare le posizioni finora più distanti per un compromesso sulla gestione degli aiuti sull’emergenza Coronavirus e il prossimo bilancio Ue, con la speranza di recuperare un confronto ormai interrotto da ieri sera.

Fonte: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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