Verso il tax-day da incubo per le partite Iva. Spiraglio dall’Agenzia delle Entrate: per gli autonomi tasse a rate mensili

E con la scadenza del 20 luglio monta anche lo scontro politico. Forza Italia invita i commercialisti alla disobbedienza fiscale. Faraone (Iv): «Grave errore del governo non spostare le scadenze fiscali»

Nessun rinvio in vista. La maxi-scadenza fiscale di domani 20 luglio resta, tra appuntamenti già stabiliti che si sono accavallati a quelli rinviati a causa dell’emergenza Coronavirus. Da metà a fine mese sono ben 246 le scadenze fiscali secondo i commercialisti, che dopo le richieste dei giorni scorsi ora minacciano uno sciopero e chiedono, con forza, una riapertura dei termini per dichiarazione dei redditi e Irap fino al 20 settembre.


Le stime e le scadenze

Un ulteriore rinvio però farebbe mancare ancora alle casse dello Stato, già provate dall’emergenza, un flusso stimato intorno a 8,4 miliardi. Per gli acconti e i saldi rinviati all’appello lunedì saranno chiamati 4,5 milioni di contribuenti, in prevalenza partite Iva. Lunedì 20, oltre al pagamento del saldo 2019 e acconto 2020 delle imposte sui redditi, si paga anche le partite Iva soggetti Isa e il saldo 2019 dei versamenti Iva. Appuntamento anche per le e-fatture con il versamento dell’imposta di bollo per quelle emesse da aprile a giugno. Si versa inoltre il saldo 2019 della cedolare secca e il primo acconto 2020. Acconto 2020 e saldo 2019 anche per i soggetti Ires e per l’Irap. In realtà, per quanto riguarda i saldi e acconti di Iva e imposte dirette (Ires e Irpef) il pagamento può essere rinviato anche fino al 20 agosto, ma pagando una maggiorazione dello 0,40%. Sabato 25 (ma scadenza effettiva lunedì 27) scade per i titolari di partite Iva la presentazione degli elenchi riepilogativi (IntrastaT) relativi al mese/trimestre precedente. Parecchie scadenze anche giovedì 30 e venerdì 31 luglio: è possibile effettuare i versamenti Irpef dell’acconto 2020 e saldo 2019 con la maggiorazione dello 0,4%. Con la maggiorazione si può versare anche il saldo 2019 e il primo acconto del 2020 della cedolare secca sugli immobili. Si versa inoltre l’imposta di registro sui contratti di locazione.


Forza Italia invita alla disobbedienza fiscale

Forza Italia ha subito sposato la causa dei commercialisti invitando alla disobbedienza fiscale per la giornata di lunedì: «Di fronte a un governo miope e insensibile alle difficoltà oggettive di chi deve fare tutti i giorni i conti con una crisi tremenda causata dalla pandemia da Covid-19 l’unica alternativa è la disobbedienza fiscale», ha detto Sestino Giacomoni, con Mariastella Gelmini che chiede una proroga fino al 2021 e Anna Maria Bernini che parla di «legittima difesa». Ma anche Italia Viva si trova sulla stessa linea di pensiero. «Riteniamo che non spostare le scadenze fiscali sia un grave errore da parte del Governo», ha sostenuto Davide Faraone.

Ruffini: «Riforma fiscale per uscire da questo labirinto»

Di semplificazione fiscale ha parlato, in un colloquio con Il Messaggero, il direttore dell’Agenzia delle Entrate Ernesto Maria Ruffini: «Ogni anno assistiamo a un calendario che slitta e si adatta alle esigenze dei cittadini e a quelle dell’erario – ha spiegato- ecco, forse il tema delle scadenze potrebbe essere un buon punto di partenza per il secondo capitolo della riforma fiscale c’è un modo per uscire da questo labirinto una volta per tutte». Sul tema delle scadenze Ruffini ha sottolineato la necessità di trasferirle all’amministrazione fiscale stessa, sfruttando le opportunità offerte dalla tecnologia. Ad esempio, ha spiegato il direttore, «la fatturazione elettronica ci fornisce già gran parte dei dati necessari per la dichiarazione Iva, che potrebbe essere precompilata come gli scontrini».

«Poi la cash flow tax, se pienamente applicata, potrebbe cancellare alcune voci meramente contabili, come ammortamenti, rimanenze, accantonamenti, rendendo possibile una precompilata Irpef anche per i titolari di partita Iva. Infine, una volta che il fisco sarà in grado di precompilare le dichiarazioni annuali Irpef delle partite Iva, potrebbe farlo anche calcolando mese per mese quanto deve incassare o restituire». In questo modo sarebbe possibile addebitare le somme dovute sul conto corrente del contribuente, previa autorizzazione dello stesso, oppure di compensare le perdite nel primo periodo successivo utile. «Il sistema dei prelievi mensili – ha evidenziato Ruffini – sostituirebbe quello dei saldi e acconti che creano spesso problemi di liquidità». Sistema che le imprese, nei giorni scorsi, hanno chiesto.

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