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L’indagine sierologica in provincia di Bergamo: quasi la metà degli abitanti in Val Seriana è stato positivo al Coronavirus

25 Luglio 2020 - 11:31 Redazione
Ad Alzano Lombardo il 34% dei residenti ha sviluppato gli anticorpi, mentre nella vicina Nembro i positivi sono stati il 49%

Quasi la metà degli abitanti della Val Seriana è stato positivo al Coronavirus nel corso degli ultimi mesi della pandemia. Il dato arriva dai risultati dei test sierologici fatti in provincia di Bergamo, dopo le insistenze dei sindaci sull’avvio di un’analisi concreta, come riporta l’Eco di Bergamo, dopo la drammatica conta dei morti che proprio questa zona d’Italia ha vissuto più di tutte.

I numeri dell’indagine

I test sierologici hanno coinvolto, su base volontaria, 5.246 cittadini su un totale di 12.705 interessati dalla ricerca. Di questi, il 41,2% che si è sottoposto all’analisi, attraverso prelievo del sangue, ha sviluppato gli anticorpi. Il 58,2%, invece, è risultato negativo. Un numero poco significativo di test, lo 0,6% del totale – 88 in termini assoluti -, ha restituito un risultato classificato come «dubbio».

I comuni coinvolti

Le cittadine al centro dell’indagine di sieroprevalenza sono Alzano Lombardo, Albino, Aviatico, Nembro, Pradalunga, Ranica, Selvino e Villa di Serio. Anche se dal punto di vista mediatico è stato tra i centri di cui si è più parlato, ad Alzano Lombardo la percentuale di test positivi è stata del 34%, più bassa rispetto ad altre realtà. Per esempio, ad Albino i test sierologici positivi agli anticorpi sono stati il 42%. A Nembro, il comune che ha visto un exploit di mortalità nei mesi di marzo e aprile, i test positivi hanno riguardato il 49% degli abitanti.

Le criticità dell’indagine

Per i comuni di Selvino (54%), Ranica (37%), Pradalunga (50%), Aviatico (29%), il numero di adesioni all’indagine sierologica è stato basso e, per questo, i risultati sono meno indicativi. Ma ci sono altri due elementi che inficiano l’attendibilità della campagna. Primo, l’indagine di sieroprevalenza è stata seguito almeno cinque mesi dopo lo scoppio della pandemia nella Bergamasca e, ad oggi, non è ancora chiaro se gli anticorpi persistano così a lungo. Il secondo elemento è il campione di persone che si è sottoposto al test: non si tratta di una selezione basata su criteri statistici, ma di un’adesione su base volontaria.

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