Ddl Zan, la legge contro l’omofobia all’ultimo miglio: nel testo anche la clausola “salva idee”. Lega: «Daremo battaglia»

Ma nel suo parere la Commissione Affari Costituzionali chiede di rivedere due punti del testo: la “clausola salva idee” e le “condotte discriminatorie” perseguite dalla legge

Si è concluso alle 2 di questa notte l’iter in Commissione giustizia alla Camera del Ddl Zan, il progetto di legge contro misoginia e omofobia che, dopo essere stato approvato in commissione, approderà quindi in Aula lunedì 3 agosto. Superato quindi il forte ostruzionismo di Lega e Fratelli d’Italia, che dopo l’approvazione del testo base avevano presentato 975 emendamenti sui 1.017 totali. Il relatore del provvedimento Alessandro Zan, deputato del Pd, ha espresso «soddisfazione per lo straordinario lavoro fatto insieme alle colleghe e ai colleghi della commissione» per approvare «un testo non più rinviabile visto che l’Italia è l’unico grande Paese europeo privo di tale legge». Zan ha poi sottolineato come il testo mantenga «tutti i contenuti e tutta l’efficacia di quello unificato presentato alcune settimane fa».


C’è anche la “clausola salva idee”

Raggiunto da Open il relatore Zan ha confermato quanto era emerso la scorsa settimana, con l’inserimento nel testo di una “clausola salva idee“, sostenuta trasversalmente. «Di fatto è un semplice richiamo alla Costituzione», ha spiegato Zan. La clausola stabilisce che «è consentita la libera espressione di convincimenti ed opinioni, nonché le condotte legittime, riconducibili al pluralismo delle idee e alla libertà delle scelte». Una ulteriore limatura quindi che – nonostante il testo base già non sanzionasse la “propaganda”, ma punisse chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenti per motivi «fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere» – mira a rassicurare almeno una parte di chi paventava derive liberticide. «Questo testo – aveva detto dopo l’accordo il responsabile Giustizia di Forza Italia Enrico Costa – toglie ogni dubbio ed equivoco sulle finalità della legge».


La Commissione Affari Costituzionali chiede di rivedere due punti

Chiamata ad esprimere un parere la Commissione Affari costituzionali, nel dirsi a favore, ha posto però due “condizioni”, che sono vincolanti per lo stesso parere favorevole, a cui ha aggiunto quattro osservazioni con altrettanti inviti alla Commissione Giustizia. Il parere, proposto dal relatore Stefano Ceccanti (Pd) è stato approvato all’unanimità. Il primo nodo riguarda la “clausola salva idee”, per la quale la Commissione chiede di «rivedere la formulazione della disposizione, nel senso di chiarire più puntualmente che non costituiscono discriminazione, né istigazione alla discriminazione, la libera espressione e la manifestazione di convincimenti o di opinioni riconducibili al pluralismo delle idee, nonché le condotte legittime riconducibili alla libertà delle scelte, purché non istighino all’odio o alla violenza, ossia non presentino un nesso con atti gravi, concreti e attuali». Il secondo punto riguarda le condotte discriminatorie, per le quali si chiede di «chiarire maggiormente i confini tra le condotte discriminatorie fondate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale o sull’identità di genere, al fine di evitare incertezze in sede applicativa».

La Lega promette battaglia

Terminato lo scontro in Commissione per Lega e Fratelli d’Italia si apre un altro fronte, quello dell’Aula, dove il Carroccio promette battaglia. I componenti leghisti della Commissione giustizia, insieme al capogruppo Roberto Turri, hanno osservato come «anche ieri ci siamo dovuti scontrare con la prevaricazione dei colleghi al Governo». «La maggioranza – attaccano i leghisti – non solo ha contingentato i tempi degli interventi sugli emendamenti portandoli a solo 2 minuti per gruppo ma, a sfregio del regolamento della Camera, ha deciso di non recepire il parere del comitato per la legislazione che poneva diverse e importanti criticità rimandando, eventualmente, le modifiche per il loro accoglimento per l’Aula». I deputati della Lega hanno quindi promesso battaglia: «Verso le 2.00 del mattino le forzature della maggioranza hanno permesso la chiusura dei lavori ma non è comunque detta l’ultima parola: la prossima settimana in Aula diremo ancora la nostra e daremo battaglia. Di certo non ci arrendiamo ai soprusi del Governo».

Cirinnà: «Testo equilibrato atteso da un tempo infinito»

Soddisfazione è stata espressa anche dalla senatrice Pd Monica Cirinnà, la cui legge ha istituito le unioni civili in Italia. «Un testo equilibrato, importante, atteso da un tempo infinito, che riconosce dignità e protezione e articola politiche per l’eguaglianza e il rispetto», ha scritto in un post su Facebook la senatrice. «Un testo – ha proseguito la senatrice – che è il risultato di un lavoro politico molto serio, guidato dal relatore Zan con il sostegno di tutto il gruppo Pd della Camera e del Partito democratico, a partire dal Dipartimento Diritti, e delle altre forze di maggioranza».

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