Caso Mario Paciolla: indagati 4 poliziotti colombiani per la morte del volontario italiano

Lo rivelano i quotidiani locali. Gli agenti avrebbero fatto in modo che alcuni funzionari dell’Onu portassero via degli effetti personali dalla casa di Mario dopo la sua morte

All’ipotesi del suicidio non ci aveva mai creduto nessuno dei suoi familiari. Il corpo di Mario Paciolla – il ragazzo di 33 anni di Napoli che era partito per la Colombia per lavorare con le Nazioni Unite – è stato trovato impiccato in casa sua, ricoperto di tagli e ferite. Era lo scorso 15 luglio: 5 giorni prima del suo rientro previsto in Italia. Ora, secondo quanto riportato da alcuni quotidiani locali, 4 poliziotti sarebbero finiti sotto inchiesta.


Stando a El Espectador, i quattro agenti sarebbero indagati per aver consentito ad alcuni funzionari dell’Unità indagini speciali del Dipartimento Salvaguardia e Sicurezza dell’Onu di portare via dall’abitazione di Mario, a San Vincente, una parte dei suoi effetti personali – oggetti che si sarebbero rivelati utili per fare luce sul caso della sua morte.


Il ruolo di Mario alle Nazioni Unite era quello di contribuire al proseguo del processo di pacificazione tra lo stato colombiano e le Forze armate per la Rivoluzione della Colombia (Farc). Dopo un lungo periodo di conflitti, le Farc, il principale gruppo guerrigliero del paese di ispirazione marxista, sono venute a patti con lo Stato centrale nel 2016. In quello stesso anno, per l’accordo di pace raggiunto, il presidente Juan Manuel Santos Calderón ricevette il Nobel per la pace.

Ora le autorità cercheranno di chiarire le motivazioni dell’operazione, per avvicinarsi di più alla verità chiesta a gran voce dai genitori, Giuseppe Paciolla e Anna Motta. Anche la Procura di Roma ha aperto un fascicolo sulla vicenda. La legale della coppia, Alessandra Ballerini (la stessa dei genitori di Giulio Regeni, ndr), ha riportato la loro posizione: «Non crediamo al suicidio per il suo ottimismo e il suo attaccamento alla vita, alla famiglia, agli amici. Crediamo che le istituzioni italiane faranno tutto il possibile per poter dare giustizia a Mario».

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