Il M5s ha diffidato formalmente i parlamentari che non hanno pubblicato le rendicontazioni

Secondo fonti dell’Ansa, l’email sarebbe arriva a un numero elevatissimo di eletti

Avevano addirittura formato una piattaforma ad hoc, Tirendiconto.it, ed era stata aperta per tenere traccia di tutte le restituzioni di (parte dello) stipendio. Ora, pare che tra gli eletti del Movimento 5 Stelle questa vocazione alla chiarezza e alla trasparenza abbia perso un po’ di lustro tra alcuni e alcune. Sì, perché una certa quantità di parlamentari ha ricevuto una lettera formale di diffida per aver accumulato mesi di arretrati di rendicontazioni.


Attraverso una lettera inviata direttamente dal Collegio dei probiviri – cioè l’organo che si occupa di risolvere questioni e controversie interne – il M5s ha diffidato «formalmente» diversi parlamentari per le mancate comunicazioni pubbliche, chiedendo loro di completare le rendicontazioni entro la fine di agosto.


Nel testo si specifica che la mancata rendicontazione «può costituire violazione dello Statuto e del Codice Etico del M5S, oltre che degli impegni presi nei confronti di tutti i cittadini che l’hanno votato». In caso di mancata rendicontazione dei pagamenti entro la fine di agosto, il Movimento «potrà avviare un’azione disciplinare e consequenziali provvedimenti».

Secondo fonti parlamentari di Ansa, l’e-mail – che arriva alla vigilia di un’assemblea dei deputati – sarebbe giunta a un numero «elevatissimo» di eletti. Dando un’occhiata all’elenco dei portavoce, la lista dei “bollini grigi” – e cioè dei parlamentari che hanno accumulato mesi di silenzio – è lunga e insospettabile (anche se non si sa quali di loro abbiano ricevuto la mail). La ministra della Scuola Lucia Azzolina, per esempio, ha fatto l’ultima rendicontazione a marzo. Stessa cosa Luigi Di Maio, mentre Vito Crimi e Alfonso Bonafede hanno aggiornato il loro database fino ad aprile. Moltissimi altri – consultabili a questa pagina – non hanno comunicato nulla per tutto il 2020.

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