Kjersti Flaa, norvegese, professione reporter dello spettacolo, ieri, 3 agosto, ha fatto causa alla Hollywood Foreign Press Association (HFPA). La donna sostiene che l’associazione sia colpevole di incentivare una “cultura della corruzione” in base alla quale i giornalisti abusano del loro potere per reprimere la concorrenza. Flaa ha presentato la denuncia presso il tribunale federale di Los Angeles, sostenendo che l’Hfpa opera come un cartello in violazione delle leggi antitrust: l’associazione ha 87 membri, la cui funzione principale è quella di votare i Golden Globe Awards annuali.

Per Flaa, l’organizzazione ha ripetutamente respinto la sua domanda di adesione. La giornalista racconta come – secondo lei – i membri dell’Hfpa sfruttino il loro peso per ottenere viaggi pagati dall’associazione. Tutto questo, monopolizzando il mercato per la copertura di Hollywood in vari Paesi. La giornalista lavora come corrispondente video per varie testate in Scandinavia e ha un canale YouTube dedicato alle interviste alle celebrità chiamato Flaawsome Talk. Ha richiesto l’adesione all’Hfpa nel 2018 e nel 2019 e, sebbene fosse sponsorizzata dagli attuali membri, la sua domanda è stata respinta entrambe le volte.
Le accuse della reporter
«L’Hfpa è talmente concentrata sulla protezione della sua posizione di monopolio e dei benefici esenti da imposte – dice Flaa – che ha adottato un certo tipo di atteggiamento tale per cui qualsiasi candidato obiettivamente qualificato è escluso a priori. Questo modo di fare, mette fuori gioco persone che potrebbero eventualmente competere con un membro esistente». Addirittura, sempre secondo la tesi sostenuta dalla giornalista, due membri dell’associazione le avrebbero remato contro, per la paura di perdere il proprio prestigio.
Tra le accuse ai membri dell’organizzazione, anche quella per cui c’è chi continua a essere un giurato pur essendo «sordo e legalmente cieco». «Se vuoi avere il tuo club privato e ammettere solo i tuoi amici, va bene, ma non chiedere ai contribuenti di sovvenzionarti», ha detto David Quinto, l’avvocato che rappresenta Flaa.
La risposta dell’Hollywood Foreign Press Association
«La Hollywood Foreign Press Association non si inchinerà alle intimidazioni, sebbene non sia ancora stata informata di questa denuncia». Con una nota, l’organizzazione fa sapere che, stando ai fatti, quelli di Flaa sono «continui tentativi di scuotere l’Hfpa, chiedendo che l’Hfpa la ripaghi e la ammetta immediatamente prima della conclusione del consueto processo elettorale annuale applicato a tutti gli altri candidati».
Per questo motivo, l’associazione ha detto di aver rifiutato di pagare il riscatto, dicendo alla signora Flaa che «l’adesione non si ottiene attraverso le intimidazioni». E infine: «L’Hfpa prende sul serio i suoi obblighi in quanto organizzazione e la sua dedizione al giornalismo straniero e alla filantropia, e difenderà con forza contro queste affermazioni infondate».
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