Ha detto di avere preso il bonus dell’Inps contro la crisi seguita all’emergenza Coronavirus per «dimostrare che il governo stava sbagliando» e, tiene a precisare, di avere «dato tutto in beneficenza». Lui è Ubaldo Bocci, coordinatore del centrodestra a Palazzo Vecchio, l’uomo che nel 2019 sfidò Dario Nardella nella corsa a sindaco di Firenze. Consigliere comunale in quota Lega, Bocci – a differenza dei colleghi autodenunciatisi nelle ultime ore – non ha mai avuto problemi ad arrivare a fine mese, e non ne fa mistero. Classe 1957, l’ex candidato sindaco a Firenze – riporta Fanpage – aveva un reddito dichiarato nel 2019 di 277mila euro, frutto anche di una lunga carriera manageriale. Bocci ha fatto parte del Consiglio di amministrazione di Azimut, società quotata a Piazza Affari con oltre 38,9 miliardi di massa gestita. Come riportato in un articolo del 2019 dal Fatto Quotidiano, in rappresentanza di Azimut Bocci era «socio sostenitore della Scuola di Scienze aziendali e tecnologie industriali “Piero Baldesi”, di cui la città metropolitana di Firenze, rappresentata da Nardella, è socio fondatore».
Uomo di cultura e amico di Andrea Bocelli, l’ex sfidante di Nardella è noto anche per essere molto ben introdotto nel mondo cattolico. Nel 2016 è stato membro del Cda di Radio Monte Serra, nominato dall’arcivescovo di Firenze, il cardinale Giuseppe Betori. Prima di dimettersi per correre a Palazzo Vecchio, è stato presidente nazionale della fondazione Unitalsi, associazione attiva nel trasporto di malati e disabili a Lourdes e schierata a fianco dell’accoglienza dei migranti. L’associazione si dichiara «particolarmente coinvolta dal fenomeno dell’immigrazione che sta caratterizzando il nostro tempo, oltre che dalle ingiustizie che funestano il mondo». Una vocazione che stride, a dir poco, con le politiche salviniane sull’immigrazione.
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