Omicidio Hariri, la sentenza del tribunale dell’Aia: condannato un membro di Hezbollah

Il verdetto – programmato per il 7 agosto – era stato rimandato a causa dell’esplosione che ha devastato la città di Beirut

A 15 anni dall’assassinio del primo ministro libanese Rafiq Hariri, il Tribunale speciale per il Libano – la corte internazionale, con sede all’Aia, in Olanda – ha giudicato colpevole Salim Ayash, membro di Hezbollah, principale imputato per l’attentato nel quale il 14 febbraio 2005 fu ucciso Hariri. Gli altri tre imputati sono stati giudicati non colpevoli. La sentenza arriva dopo che in mattinata il tribunale leggendo la sentenza di oltre 2.600 pagine aveva riferito che non esistono evidenze del coinvolgimento del movimento libanese Hezbollah. Il verdetto arriva in un momento critico per il Paese, a due settimane di distanza dalle esplosioni nel porto di Beirut che hanno causato almeno 178 vittime e oltre 6.500 feriti. «La Siria ed Hezbollah potevano avere motivi per eliminare Hariri e alcuni dei suoi alleati politici, tuttavia non ci sono prove di qualsiasi coinvolgimento della leadership di Hezbollah nell’omicidio del signor Hariri e non ci sono prove dirette di un coinvolgimento siriano», ha detto il giudice della corte internazionale David Re, di nazionalità australiana. La sentenza era inizialmente attesa per venerdì 7 agosto, poi rimandata a causa della tragedia. All’udienza ha preso parte anche Saad Hariri, figlio dell’ex primo ministro e premier dimissionario lo scorso ottobre.


Rafiq Hariri rimase vittima di un attentato il 14 febbraio 2005, nel quale morirono altre 21 persone. Visti i legami del Libano con altri Paesi – su tutti la Francia di Jacques Chirac – la questione divenne da subito affare internazionale. Le indagini delle Nazioni Unite si concentrarono dapprima sul governo siriano: quattro alti generali furono detenuti per 4 anni fino a quando nel 2009 il Tribunale speciale per il Libano ne ordinò il rilascio definendo il loro arresto «arbitrario». Le indagini si erano poi concentrate sui membri di Hezbollah: Salim Ayyash, accusato di aver organizzato l’attacco, Hussein Oneissi, Assad Sabra e Hassan Merhi. I giudici hanno dichiarato che l’attentato suicida che ha ucciso l’ex premier «è indubbiamente un atto politico», ma il compito del tribunale è quello di «appurare oltre ogni ragionevole dubbio» la colpevolezza dei quattro imputati sotto processo, giudicati in contumacia in virtù del rifiuto da parte del leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, di consegnarli alle autorità. «Non li troverete nemmeno tra 300 anni», aveva detto Nasrallah.


Foto copertina: EPA/Piroschka van de Wouw  | Il tribunale speciale per il Libano, Olanda

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