Libano: «Non ci fermeremo finché non andranno via. Il tempo è scaduto». Le voci della rivolta di Beirut – Il video

«Siamo occupati da un’oligarchia», dice un manifestante in piazza. «Lottiamo per i nostri diritti di base»

A esplodere è la protesta contro il governo: i libanesi sono scesi nuovamente per le strade della capitale ferita, per ricordare i morti delle terribili esplosioni del 4 agosto nella zona del porto di Beirut: esplosioni che hanno causato più di 150 persone vittime – e tanti ancora sono i dispersi – più di 5mila feriti e centinaia di migliaia di abitanti sfollati. Il bilancio di oggi, 8 agosto, è di centinaia di feriti e di un poliziotto morto negli scontri.


«L’esplosione di martedì ha cambiato qualcosa, sembra la goccia che fa traboccare il vaso», racconta su Radio Bullets la giornalista Barbara Schiavulli, inviata di guerra e direttrice della testata specializzata in podcast di esteri. Si trova a Beirut per raccontare quello che sta accadendo in questi giorni. «Se non ora quando», le dice una signora in piazza. «Basta fazioni, basta milizie, basta corruzione, basta crisi, basta accordi e compromessi. Basta – Khalas».


«Voglio che se ne vadano», dice un altro manifestante. «Non ci fermeremo finché non se ne vanno. Siamo arrabbiati. Hanno ucciso la nostra gente. Si devono dimettere. È giunta l’ora».

Video RadioBullets/Barbara Schiavulli

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