Addio a Philippe Daverio, la ricerca complicata della bellezza: «Sappiamo cos’è brutto, senza non avremmo avuto l’arte italiana»

Il saggista, critico d’arte e professore Philippe Daverio spiega come il brutto sia, paradossalmente, più facilmente riconoscibile del bello

Durante un evento del 2015 a Udine, il critico d’arte Philippe Daverio, scomparso oggi all’Istituto dei tumori di Milano, raccontava come fosse più semplice trovare comune accordo su ciò che si definisce “brutto” e non su ciò che si definisce “bello”. «Noi sappiamo cos’è brutto, senza non avremmo avuto l’arte italiana che si fonda sull’esaltazione umana del brutto, ma è un brutto positivo. E molti artisti di oggi sono straordinari perché sono capaci di rappresentar il brutto. Il brutto è la pulsione».


Fonte video: Agenzia Vista


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