Parla l’amico che Willy voleva difendere: «Me lo porterò dietro a vita». Nel locale dei Bianchi: «È morto solo un extracomunitario»

Oggi nel carcere di Rebibbia per quattro indagati per l’omicidio del 21enne a Colleferro ci saranno gli interrogatori di garanzia. L’accusa per uno dei quattro potrebbe aggravarsi a omicidio volontario

«Nulla sarà come prima» ammette Federico, 21 anni, l’amico che Willy Monterio Duarte ha tentato di difendere nella rissa selvaggia di Colleferro che gli è costata la vita. Intervistato dal Corriere della Sera, Federico racconta che quanto accaduto quella notte non riuscirà mai a dimenticarlo facilmente. È consapevole che quei calci e quei pugni dei fratelli Bianchi erano diretti a lui: «Me lo porterò dietro a vita – dice il 21enne – Posso solo dire che davvero Willy si è trovato nel posto sbagliato al momento sbagliato».


Una morte per tanti versi assurda quella di Willy, accaduta «per evitare una rissa, per riportare pace – dice Federico – la gente fa cose senza senso». Un pestaggio da parte di quattro persone senza senso durato 20 minuti secondo due testimoni, come riporta la Repubblica.


Oggi per loro ci sarà l’interrogatorio di garanzia nel carcere di Rebibbia, per uno di loro l’accusa potrebbe passare da omicidio preterintenzionale a volontario, stando a quanto sta emergendo in queste ore dagli elementi nelle mani degli investigatori. E ci sarebbe un quinto indagato, l’uomo alla guida del Suv che avrebbe portato via il branco dal luogo dell’omicidio.

Alle 5 del mattino, circa tre ore dopo il pestaggio, i quattro sono stati rintracciati nel bistrot ad Artena della famiglia Bianchi. Poco prima avevano anche avuto il tempo di fare un video ironico, come se niente fosse accaduto. Sul posto arrivano anche gli amici di Willy, oltre che i famigliari dei Bianchi e altri testimoni. Secondo la Repubblica, sarebbero stati loro a sentir dire nel locale: «In fin dei conti che hanno fatto? Niente. Hanno solo ucciso un extracomunitario».

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