Scuola, i banchi monoposto sono ancora un miraggio. L’allarme dei presidi: «Difficile riaprire il 14 settembre. Non abbiamo neanche un calendario delle consegne»

Dove verranno consegnati e quando: sono questi i due interrogativi che rimangono appesi a meno di una settimana dal rientro in classe. Giannelli (Anp): «Risolvere il problema subito o in tante scuole la ripartenza sarà posticipata»

Chi li riceve direttamente dall’esercito, chi se li fabbrica da solo dividendo in due quelli vecchi. Una delle questioni che più ha scaldato i cuori nei mesi prima del rientro a scuola dopo l’emergenza da Coronavirus è stata quella dei banchi monoposto. Utili a garantire il distanziamento in classe e fondamentali per consentire agli studenti di abbassare la mascherina durante le lezioni.


Ora che manca solo qualche giorno alla riapertura di elementari, medie e superiori – con l’eccezione di alcune province che hanno già anticipato il rientro – i dubbi sembrano ancora molti. «La questione dei banchi è fondamentale», dice al Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale dei Presidi. «La consegna è in grave ritardo. Altre due criticità importanti sono quelle delle aule, perché gli enti locali non le hanno reperite ovunque, e l’assegnazione piena dell’organico. Se queste difficoltà non troveranno immediata soluzione, è oggettivamente difficile pensare che il termine del 14 settembre sia rispettato ovunque: è opportuno dunque valutare la possibilità di ragionevoli differenziazioni locali».


«Anche se io avessi delle aule enormi a disposizione – e sappiamo che non è così -, con i banchi a due posti non posso garantire il distanziamento di un metro tra gli studenti». Al momento non esiste ancora un calendario delle consegne, nonostante l’Anp lo abbia richiesto più volte. «Quel che sappiamo è solo che i primi 800 mila esemplari verranno consegnati entro il 14 settembre», dice il presidente.

L’illusione di avere tutto pronto già ai blocchi di partenza era stata infranta quasi sul nascere. A metà luglio erano stati pubblicati i bandi per le aziende e già ad agosto le prime vincitrici avevano messo le cose in chiaro: con queste tempistiche non ce la faremo mai.

Un mese dopo il commissario Domenico Arcuri aveva comunicato che la distribuzione sarebbe avvenuta in 3 tranche, fino ad avere la fornitura completa – un totale di 2,4 milioni di banchi, di cui 435mila con le ruote – entro fine ottobre. Sulla priorità di consegna si è discusso a lungo tra sindacati, Regioni, enti locali, Ministero e lo stesso Arcuri. Alla fine, i primi esemplari sono stati consegnati il 28 agosto nei luoghi simbolici di Codogno, Alzano e Nembro.

Quali (poche) informazioni abbiamo finora

Un bilancio sulle consegne finora non c’è: il commissario e il ministero dell’Istruzione dovrebbero fare un punto in settimana per capire quanti esemplari sono già stati piazzati. Intanto, assicurano lato Arcuri, le consegne proseguono giornalmente. La priorità è segnata dai soliti 3 criteri: stato dell’epidemia nel territorio, condizioni della struttura e data di riapertura.

«Sono criteri che entrano in contrasto tra loro», ribatte Giannelli. «Se consegniamo i banchi prima alle Regioni più colpite dobbiamo partire dal Nord, se invece li consegniamo prima a chi ha le strutture più fatiscenti – come Campania, Lazio, e Sicilia – allora dobbiamo partire dal Centro-Sud». A quanto pare, stando a fonti del commissario, il primo criterio peserà sugli altri: Lombardia, Veneto e Emilia Romagna avranno, in linea di massima, la precedenza.

Dalle Regioni, comunque, non sembrano sapere un granché. Dalla Lombardia, ad esempio, spiegano di non avere il polso delle consegne né un calendario – anche indicativo – delle forniture. «Gestisce tutto il commissario insieme al Miur attraverso l’Ufficio scolastico regionale», spiegano. «Si chiama regionale ma in realtà non non siamo affatto coinvolti».

Le uniche informazioni che gli arrivano, spiegano, derivano dalle lamentele degli istituti, che fanno domande alla giunta sui ritardi (anche dei dpi). «Sappiamo di qualche banco consegnato a due istituti di Bergamo e Brescia, ma non siamo a conoscenza di altro. E sappiamo che pare si siano dimenticati di far recapitare gel igienizzante e mascherine agli istituti professionali».

Qualche indicazione locale è arrivata comunque da Invitalia: lo scorso 4 settembre, in un comunicato, veniva chiarito che nella provincia di Bolzano sarebbe stata completata la fornitura di 5.223 banchi e 790 «sedute innovative» entro lunedì 7 settembre, data di inizio delle scuole. Quasi 1.500 erano stati consegnati a Casal di Principe (CE), e nelle prossime settimane sono previste le seguenti consegne:

  • 50 banchi al CPIA Caserta (sede di Casal di Principe)
  • 200 banchi all’Istituto Comprensivo Don Diana (via Cavour, 20)
  • 200 banchi all’Istituto Comprensivo Don Diana plesso Dante (via Omero, 1)
  • 300 banchi all’Istituto Comprensivo Spirito Santo DD1 (via Bach 14)
  • 440 banchi all’Istituto Comprensivo Spirito Santo DD1 (via Parroco Gagliardi, 23)

Le richieste dalle varie Regioni

Ma Coronavirus o meno, lo stesso premier Giuseppe Conte ha riconosciuto – dal Libano, dov’era in visita ieri 8 settembre – che si tratta di un vero e proprio ricambio negli arredi. Alcune Regioni, dice, hanno fatto richiesta di un rinnovo fino al 70%. 69%, per la precisione, e riguarda la Sicilia – Regione che detiene il primato per quantità di banchi richiesti in rapporto con il numero degli alunni (come da dati forniti da Arcuri durante la riunione del 18 agosto dedicata al tema).

Anche la Campania ha chiesto un’alta percentuale di ricambio: il 61%, contro il 16% dell’Emilia Romagna, il 12% del Trentino, l’8% della Valle D’Aosta. Il Veneto, che da subito ha contrastato l’ipotesi della mascherina sempre (anche durante la lezione), ha fatto richiesto solo il 15%. In totale, comunque, è stato richiesto il 19% di banchi monoposto rispetto al totale della popolazione studentesca (gli studenti in tutto sono circa 8 milioni).

Innegabile il collegamento tra qualità delle strutture a disposizioni e gli ordini. «Lazio, Campania e Sicilia, dove c’è un problema di arredi fatiscenti, hanno fatto bene a chiedere un ricambio», dice Giannelli. E sullo stesso punto concordano tanto Conte quanto Azzolina: è un’opportunità da sfruttare per intervenire nei vari territori.

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