Bielorussia, incriminata la leader dell’opposizione Kolesnikova: rischia fino a cinque anni di carcere

E’ accusata di avere invocato «azioni che minacciano la sicurezza nazionale»

La leader dell’opposizione Maria Kolesnikova è stata incriminata di «invocare azioni che minacciano la sicurezza nazionale della Bielorussia». Ad annunciarlo è stato il Comitato investigativo bielorusso. Kolesnikova è accusata ai sensi dell’articolo 361 del Codice penale bielorusso, e potrebbe ora affrontare da due a cinque anni di carcere. Attualmente detenuta nella città bielorussa di Zhodino, l’oppositrice è stata dichiarata sospettata in un’indagine penale su «un caso di azioni volte a causare danni alla sicurezza nazionale», il 9 settembre scorso.


Intanto, l’ex candidata bielorussa alle presidenziali Svetlana Tikhanovskaya ha dichiarato che l’opposizione bielorussa sta preparando una lista di sanzioni. «Ci sono molte questioni che dobbiamo risolvere in questo momento. Non solo Kolesnikova, ma anche Serghei Tikhanovsky, Viktor Babariko, tutti i prigionieri politici detenuti in carcere per nulla. Ci stiamo lavorando», ha detto.


L’opposizione si aspettava che il governo non avrebbe riconosciuto Alexander Lukashenko come presidente legittimo della Bielorussia a causa delle proteste, ma questo non è accaduto. «Ora vediamo che sono necessari passi più radicali. Quindi verrà approntata una lista di sanzioni», ha dichiarato.

Von der Leyen: «Vergognosa risposta delle autorità»

Sul fronte europeo, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha detto: «L’Ue è dalla parte della gente della Bielorussia, tutti noi siamo stati colpiti dal coraggio immenso di questa gente che prendeva parte alle marce senza paura. Le elezioni non sono state né eque né giuste, e la risposta delle autorità una vergogna».

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