Fondi Lega, con i soldi pubblici i commercialisti del partito avrebbero comprato due ville sul Garda

di Fabio Giuffrida

Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni avrebbero usato i soldi della Lombardia Film Commission per comprare due appartamenti da sogno. Ecco come

Continua a far discutere il caso dei contabili della Lega. Oggi si aggiunge un altro tassello all’inchiesta della Procura di Milano. Secondo Repubblica e Il Fatto Quotidiano, infatti, una parte degli 800mila euro di soldi pubblici, provenienti da Regione Lombardia, e incassati dalla Lombardia Film Commission – che all’epoca era presieduta da Di Rubba – per l’acquisto dall’immobiliare Andromeda del capannone di Cormano, sarebbero stati usati dai commercialisti del Carroccio, Alberto Di Rubba e Andrea Manzoni (accusati di peculato e turbativa d’asta) per l’acquisto di due appartamenti sul Garda. Esattamente a Desenzano del Garda, nel “Green Residence Sirmione”.


Le intercettazioni

In altre parole, i due commercialisti avrebbero usato i soldi della Lombardia Film Commission per comprare due ville. Tutto pagato coi soldi pubblici che avrebbero ottenuto dalla vendita del capannone di Cormano, nel Milanese. Questa la ricostruzione dei magistrati. «Due belle ville sul lago» diceva, intercettato, l’altro commercialista della Lega Michele Scillieri, forse arrabbiato per essere stato escluso da questo affare. «Questi qua sono dei mascalzoni. Che mettono le mani nella marmellata. Appena la tiri fuori, ti rubano pure quella roba lì […] A me hanno dato il terreno e loro si sono ciucciati le ville» diceva.


Il ruolo di Francesco Barachetti

Intanto ecco comparire, nella vicenda Desenzano, il nome di Francesco Barachetti, imprenditore già segnalato dalla Banca d’Italia per aver incassato un milione e mezzo di euro dalla Lega, finito poi in parte in Russia e in parte sui conti della Lega e dei due commercialisti. Dieci giorni prima del rogito, infatti, i due commercialisti della Lega avrebbero stipulato con lui un compromesso per la successiva vendita della villa sul Garda. L’imprenditore, quindi, avrebbe versato 100mila euro di caparra, rinunciando poi alla compravendita e retrocedendo ai commercialisti altri 100mila euro. Come mai?

La ricostruzione dei fatti

Secondo gli inquirenti, l’immobiliare Andromeda (dalla quale la Lombardia Film Commission ha comprato la sede di Cormano, ndr), una volta incassati gli 800mila euro, avrebbe distribuito quasi tutta la cifra a due società. Nello specifico, Andromeda, amministrata da Fabio Barbarossa, cognato del commercialista Scillieri, avrebbe girato 178mila euro alla Sdc Srl (impresa amministrata da Elio Foiadelli e fondata con un capitale versato proprio da Di Rubba e Manzoni) e ben 488mila alla Eco srl (azienda edile facente capo a Pierino Maffeis, residente nel paese natale di Di Rubba).

Soldi che sarebbero stati ricevuti a fronte di «fatture per operazioni inesistenti». Da queste due aziende il denaro «discendeva ulteriormente tramite Barachetti Service Srl, Studio Cld e Dea Consulting fino alla società Taac Srl». Quest’ultima avrebbe firmato il rogito d’acquisto delle due ville sul Garda sborsando la bellezza di 307mila euro. Dietro la Taac, però, c’è Vanessa Servalli, parente di Di Rubba. La Taac, inoltre, è stata fondata con il capitale della Dea Consulting, che faceva capo ai due commercialisti della Lega.

Dunque la Taac – sempre secondo chi indaga – sarebbe stata costituita dalla Dea Consulting solo al fine di acquistare le due abitazioni con i soldi della Regione Lombardia.

Foto in copertina di repertorio: ANSA/MATTEO CORNER

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