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Breonna Taylor, nessuno dei tre agenti incriminato per omicidio. Dopo la sentenza scoppiano gli scontri tra manifestanti e polizia

23 Settembre 2020 - 23:52 Riccardo Liberatore
Un poliziotto, Brett Hankison, è stato accusato solo di «condotta pericolosa». L’avvocato della famiglia Taylor ha definito la sentenza «oltraggiosa e offensiva»

Era il 13 marzo 2020 quando tre membri delle forze dell’ordine fecero irruzione in un appartamento a Louisville nel Kentucky, durante un’operazione antidroga, sparando all’impazzata e ferendo mortalmente Breonna Taylor. D’allora il suo nome è stato invocato spesso nelle manifestazioni contro la violenza delle forze dell’ordine che hanno seguito la morte di un altro afroamericano, George Floyd.

Non solo: circa una settimana fa il pilota di Formula 1, Lewis Hamilton, alla premiazione del Gran Premio della Toscana ha indossato una maglia nera con su scritto «Arrestate i poliziotti che hanno ucciso Breonna Taylor». Però, a distanza di sei mesi, nessuno dei tre poliziotti è stato accusato né tantomeno condannato per l’omicidio.

La sentenza

Alla fine soltanto uno dei tre agenti, Brett Hankison, è stato accusato di «condotta pericolosa». Si tratta di un reato che, secondo la legge del Kentucky, può comportare una pena fino a 15 anni. Hankison è l’unico ad essere stato licenziato in seguito all’accaduto, mentre gli altri due poliziotti sono stati semplicemente trasferiti in un altro dipartimento.

Ben Crump, avvocato per la famiglia Taylor, ha definito la sentenza «oltraggiosa e offensiva» e ha annunciato che la famiglia della ragazza farà ricorso. «Mentre gli Stati Uniti stanno affrontando la pandemia di Coronavirus – ha aggiunto – nell’America nera noi stiamo affrontando la pandemia del 1619, il primo anno in cui gli africani furono portati come schiavi negli Stati Uniti. D’allora, per 401 anni, abbiamo dovuto affrontare il razzismo sistemico e l’oppressione».

Le proteste

Poco dopo la sentenza sono scoppiate nuove proteste per le strade di Lousville dove centinaia di persone sono scese in strada, violando il coprifuoco imposto dalle autorità locali. In previsione degli scontri le autorità cittadine avevano dichiarato lo stato di emergenza, ma non è servito a fermare i manifestanti. Anche la Guardia nazionale è stata chiamata per dar manforte alle forze di polizia.

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