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Inchiesta camici, la Procura di Milano: «Fontana era coinvolto e ha cercato di non lasciare traccia»

24 Settembre 2020 - 23:44 Valerio Berra
Nelle carte della Procura si legge che Fontana avrebbe manifestato la volontà di «evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti»

La Procura di Milano ha firmato una richiesta per chiedere la consegna degli smartphone ai protagonisti del “caso camici” che vede indagati il presidente della regione Lombardia Attilio Fontana, la moglie Roberta Dini e il cognato Andrea. Nel documento si legge del «diffuso coinvolgimento di Fontana», non solo il governatore della Lombardia sarebbe stato al corrente della situazione ma avrebbe anche cercato di nascondere la sua presenza in vista di eventuali inchieste. Nelle carte infatti si parla di «volontà di evitare di lasciare traccia del suo coinvolgimento mediante messaggi scritti». Una tesi che sarebbe supportata da alcune dichiarazioni, come quella tra Andrea Dini e la sorella Roberta: «Ordine camici arrivato. Ho preferito non scriverlo da Atti». Risposta di lei: «Giusto bene così». Secondo i pm di Milano che stanno seguendo l’inchiesta i due sarebbero stati pienamente consapevoli del conflitto di interessi che si stava andando a creare. Proprio per questo avrebbero predisposto delle donazioni di mascherine da parte di Dama (l’azienda di Andrea Dini): «Dobbiamo donare molte più mascherine, se ci rompono per le forniture di camici causa cognato noi rispondiamo così».

La crisi nata dal Covid e il tentativo di riconversione

A che pro avventurarsi in un terreno così rischioso? La Dama, azienda che produce il brand Paul&Shark, cominciava ad attraversare una situazione di «grave tensione patrimoniale» tanto che Andrea e Roberta Dini stavano cercando «nuove occasioni di guadagno, in particolare riconvertendo la produzione nel settore di camici e delle mascherine». All’origine della crisi, come per tante altre aziende, la pandemia di Covid. Scriveva Andrea Dini alla sorella: «Per la prima volta in 3 generazioni parlerò con i sindacati per ridurre il personale. Poi si chiudono se possibile NY e Montenapoleone dove perdiamo da sempre ma adesso è troppo. Fatturato dal 27/3 ad oggi zero. C’è da tremare». Da qui la decisione di cambiare produzione, suggerita anche dalla sorella: «Bisogna cercare di riconvertirsi in mascherine». E Andrea risponde: «Ci proviamo».

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