Galli: «No alla fretta di riaprire gli stadi: rischiamo l’effetto delle discoteche in estate»

di Felice Florio

Tra i governatori favorevoli, le pressioni delle società calcistiche e i dubbi di Speranza e dei tecnici, il primario del Sacco invita alla prudenza: «Si rischia di dare un segnale sbagliato»

La linea della riunione della Conferenza delle Regioni, nonostante le voci discordanti di Nicola Zingaretti del Lazio e l’assenza di Michele Emiliano, «troppo impegnato a gestire la riapertura delle scuole in Puglia per pensare agli stadi», è chiara: gli impianti sportivi vanno riaperti fino al 25% della propria capienza. Il ministro della Salute Roberto Speranza, invece, ha espresso parere contrario, rimarcando anche lui «la priorità delle scuole». Il Comitato tecnico scientifico dovrà valutare il protocollo proposto dai governatori il prossimo lunedì.


Sulla discussione, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, è intervenuto Massimo Galli: «È presto. Sarebbe meglio aspettare due o tre settimane. Anche perché si rischia di dare un segnale sbagliato come quello arrivato a molti con la riapertura estiva delle discoteche». Il direttore delle Malattie Infettive dell’ospedale Sacco di Milano invita all’attesa, almeno 15 giorni «per capire quali saranno le conseguenze della riapertura delle scuole, capire quale sarà a quel punto la situazione epidemiologica complessiva e soltanto poi decidere».


L’attendismo di Galli si basa sulla valutazione dell’andamento dell’epidemia negli altri Paesi che hanno riaperto le scuole prima dell’Italia e nei quali i contagi continuano a crescere: «Ci sono varie situazioni che ci dicono che bisogna stare molto attenti – dice, e paragona i rischi della riapertura degli stadi a quelli legati alla riapertura delle discoteche -. Quella decisione, arrivata a livello regionale, ha voluto dire per molti un “liberi tutti” che in questo momento non possiamo permetterci».

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