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I quattro scenari previsti dal Cts se i contagi dovessero aumentare: il “manuale” per le Regioni su zone rosse e chiusura delle scuole

Il documento di circa 100 pagine sarà illustrato alle Regioni per provare a rendere uniformi gli interventi in caso di crescita dei casi nei prossimi mesi

Con la crescita dei contagi il governo vuole evitare allarmismi, ma non far abbassare l’attenzione. Il Comitato tecnico scientifico ha terminato il documento Preparedness, ovvero preparazione, sulle linee guide per affrontare la prossima ondata di Coronavirus. Lo studio sarà presentato domani alle Regioni e presenta quattro scenari per livello di gravità sull’andamento dei contagi e come affrontare l’emergenza sanitaria. Si va – come anticipato da la Repubblica – da un rischio basso a uno alto se l’aumento continua per più di tre settimane. Il primo – dunque – vede una bassa circolazione del virus con focolai poco presenti e un Rt sotto all’1. Le misure che devono essere adottate in questa circostanza vanno dal tracciamento dei casi, alle precauzioni standard individuali.

Nel secondo scenario la circolazione del Coronavirus è sostenuta così come lo sono i focolai. Tuttavia, il sistema sanitario è in grado di gestire il carico di lavoro. Ma, già in questa situazione il documento prevede per le Regioni la possibilità di imporre zone rosse localizzate. Il terzo scenario vede invece un Rt in costante crescita. Aumentano anche i casi e i focolai e il sistema sanitario è a rischio. Nel quarto è ultimo gradino di gravità l’Rt è sopra l’1,5 da almeno tre settimane e c’è una «criticità nella tenuta del sistema sanitario nel breve periodo». In questo caso vanno create estese zone rosse e vengono chiuse scuole, università e altre attività.

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