Coronavirus mai isolato secondo CDC e Commissione europea? No! Semmai confermano il contrario

di Juanne Pili

Come far dire ai centri di controllo delle malattie che il SARS-CoV2 non è stato mai isolato, anche se le fonti non lo ammettono affatto

Secondo un video diffuso dalla pagina Facebook Il segreto della perfetta salute, si sostiene che i CDC americani (Centers for Disease Control and Prevention) avrebbero riconosciuto il mancato isolamento del nuovo Coronavirus. Questa tesi diffusa negli ambienti complottisti americani ha trovato credito anche attraverso il supporto di presunti esperti, come possiamo leggere in una lettera apparsa l’8 ottobre 2020 su The BMJ (British Medical Journal). In Italia questa narrazione è stata sostenuta anche da Stefano Scoglio, presentato nel sito Byoblu come «ricercatore e candidato al Nobel per la medicina nel 2018». Diamo un’occhiata.

Le fonti utilizzate

Avevamo già spiegato come mai non sia possibile affermare di essere stati candidati al Nobel. Non è un buon inizio, se una tesi straordinaria viene presentata con credenziali non richieste e così discutibili. Ad ogni modo preferiamo concentrarci sul contenuto, analizzando le due fonti presentate quando si sostiene la tesi del SARS-CoV2 mai isolato:

  • Usa, la Covid-19 ha reso più facile la diffusione di infezioni batteriche – Il report
  • «“Since no virus isolates with a quantified amount of the SARS-CoV-2 are currently available…” (European Commission, Working Document of Commission Services, Current performance of COVID-19 test methods and devices and proposed performance criteria, April 16 2020, p.19)»;  
  • «“Since no quantified virus isolates of the 2019-nCoV are currently available…” (Center for Disease Control and Prevention, Division of Viral Diseases, CDC 2019-Novel Coronavirus (2019-nCoV) Real-Time RT-PCR Diagnostic Panel, 13/07/2020, p.39)».  

In entrambe le fonti parliamo di linee guida destinate agli addetti ai lavori, una della Commissione europea e l’altra dei CDC americani. Ciò che rende fraintendibile il senso dei passaggi riportati dai complottisti è «non sono attualmente disponibili isolati di virus quantificati di SARS-CoV-2». Così, estrapolata dal suo contesto l’affermazione si presta a fraintendimenti.

Dovrebbe essere tuttavia evidente che non si nega affatto l’isolamento del virus, cosa che avviene ormai continuamente in tutto il mondo. Abbiamo studiato la sua evoluzione e i tempi in cui è avvenuta, anche dallo studio di genomi di Coronavirus vicini per parentela al SARS-CoV2, come ci aveva illustrato efficacemente il genetista Marco Gerdol in una precedente intervista.

Qual è il contesto corretto

In sostanza le fonti affermano che non abbiamo nessun isolato virale quantificato. Che significa? Dal contesto possiamo capirlo meglio – non a caso nelle affermazioni dei complottisti viene totalmente ignorato. Si tratta di stabilire il limite minimo di rilevamento del genoma virale mediante il test RT-PCR. Più piccola è la quantità virale in un campione ottenuto da un paziente, maggiore sarà la difficoltà a trovarlo per poterlo amplificare.

Per testare la sensibilità di un saggio occorre un controllo positivo quantificabile, così si studia il limite minimo di RNA o DNA sintetico da inserire in una provetta, per capire quando diventa quantificabile. In questo modo sappiamo se il test funziona bene, entro un certo limite minimo. Tutto questo non lo stiamo cominciando a fare oggi col SARS-CoV2, è la prassi per tutti i genomi virali. 

Il problema esiste solo nella testa di chi, leggendo una frase decontestualizzata, preferisce ricamarci attorno, vedendo quel che preferisce. Così però non si esercita la professione di ricercatore, bensì quella dell’imbonitore, che è ben diverso dal fare una corretta divulgazione scientifica.

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