Il Coronavirus «creato in laboratorio»? Un’inchiesta della Cnn demolisce definitivamente lo Yan Report

Le evidenze di intere parti copia-incollate da un precedente testo anonimo (pubblicato su un blog di una piattaforma collegata con Bannon) affossano, forse per sempre, il presunto studio della virologa cinese

Dopo il primo paper sulla presunta origine artificiale del nuovo Coronavirus, dimostratosi del tutto infondato, Li Yan si era impegnata a produrne un secondo, poi apparso nel giro di un mese sullo stesso sito di Zenodo (non proprio una rivista scientifica peer review), dove si sostiene che SARS-CoV2 sia un’arma biologica. I retroscena ideologici erano già intuibili, visti i mal celati collegamenti delle aziende che hanno contribuito al presunto studio, con l’ex spin doctor di Donald Trump, Steve Bannon, noto per sostenere campagne anti-cinesi e svariate fake news di stampo sovranista.

Infine, la CNN sembra aver unito i fili, trovando tracce più solide riguardo ai legami ideologici e propagandistici del fenomeno mediatico noto ormai come «Yan Report». Intere parti del testo sarebbero state infatti copiate da un blog della piattaforma G News, collegata immancabilmente con Bannon.

«Una revisione della CNN della ricerca di Yan – riporta l’emittente americana – ha scoperto che è stata costruita anche su quelle che sembrano essere le stesse teorie, passaggi simili e grafici identici presentati da un blogger anonimo i cui scritti erano stati pubblicati su un sito web collegato a Bannon mesi prima. Inoltre, una fonte ha detto alla CNN che i tre coautori dell’articolo di Yan hanno usato pseudonimi al posto dei loro veri nomi, una pratica disapprovata nel lavoro scientifico e accademico».

La scienza del copia-incolla

Il lavoro di copia-incolla riguarderebbe entrambi i report firmati da Yan, assieme a quelli che oggi appaiono essere dei co-autori fittizi, i cui pseudonimi non è ben chiaro cosa possano celare. I factchecker della CNN hanno riscontrato non solo la presenza di passaggi del tutto identici, ma anche la stessa struttura narrativa. Resta l’impietosa sentenza nel merito del contenuto, di cui non rimane niente di salvabile:

«Come parte della sua revisione, la CNN ha parlato con una mezza dozzina di esperti di più istituzioni e tutti hanno riscontrato che la metodologia di Yan era imperfetta – continua l’Emittente – Hanno descritto il suo rapporto come “scienza spazzatura”, “salti di logica” e “vetrinistica”. Angela Rasmussen, virologa della Columbia University, ha affermato di ritenere che il rapporto di Yan volesse ingannare allo scopo di diffondere “propaganda politica”».

Ricordiamo che si fa riferimento a entrambi i report firmati dalla Virologa cinese. Se il primo fallisce nel tentativo maldestro di dimostrare una ingegnerizzazione – la cui infondatezza salterebbe subito all’occhio di un esperto – il secondo presumendo la fondatezza del primo, ricama sull’uso del SARS-CoV2 come arma biologica.

Come ricordiamo sempre in analisi simili, argomentare sulla plausibilità della produzione di virus a scopo militare è una cosa, ricavarne la prova che questo sia realmente successo è un’altra. Genetisti e virologi di tutto il Mondo stanno ancora aspettando evidenze vere.

Se il metodo utilizzato dall’autrice era già di per sé discutibile, con passaggi dove la peer review, ovvero la verifica dei paper da parte di esperti, diveniva essa stessa un complotto. La scoperta di questi presunti plagi, ricavati dal testo di un autore anonimo – in una piattaforma Web legata a Bannon – dovrebbe mettere fine a questa storia, almeno per chi è disposto ad ascoltare.

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