Coronavirus, record di contagi negli Usa. Il capo staff della Casa Bianca: «Non controlliamo più il virus, puntiamo sui vaccini». In Cina nuovo focolaio interno dopo 10 giorni

di Redazione

Mark Meadows alla Cnn ha ammesso che gli sforzi dell’amministrazione Trump sono solo concentrati su misure di mitigazione dei contagi e lo sviluppo di un vaccino. In Cina tornano i contagi interni in una fabbrica di abbigliamento

Usa

EPA/YURI GRIPAS | Il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows

Per il secondo giorno consecutivo, gli Stati Uniti hanno registrato un dato record sui contagi di Coronavirus. Secondo il conteggio della Johns Hopkins University, nelle ultime 24 ore sono stati rilevati 83.718 nuovi casi, dopo che venerdì erano stati 83.757. Il picco precedente negli Usa risaliva al 16 luglio scorso, quando le infezioni giornaliere avevano toccato quota 77.362. Con un totale di 8,6 milioni di casi dall’inizio della pandemia e 225 mila decessi, gli Stati Uniti si confermano il Paese più colpito, seguito dall’India con più di 7,8 milioni di casi.


E mentre la curva epidemiologica continua a salire, dalla Casa Bianca arriva il segnale che l’amministrazione Trump avrebbe abbandonato l’ambizione di contrastare la crisi sanitaria. In un intervento alla Cnn, il capo dello staff della Casa Bianca, Mark Meadows, ha ammesso: «Non abbiamo intenzione di controllare la pandemia», spiegando poi che l’unico obiettivo possibile per il governo americano al momento è: «controllare il fatto che riceviamo vaccini, terapie e altre misure di mitigazione».


Cina

GREG BAKER / AFP | Persone in coda per il test sul Coronavirus a Pechino, in Cina

In Cina si è interrotta la striscia di giorni senza contagi interni, dopo aver rilevato 137 nuovi casi di Coronavirus asintomatici a Kashgar, nella regione del Nord-Ovest dello Xinjiang. In totale nel Paese i casi delle ultime 24 ore sono stati 161, ma solo 20 confermati, perché la Commissione sanitaria cinese non classifica come casi di infezione quei soggetti che non presentano sintomi. Il focolaio di Kashgar si sarebbe sviluppato dopo il contagio di una 17enne risultata positiva ma asintomatica lo scorso sabato.

Il giorno dopo i suoi genitori sono andati a lavoro in una fabbrica di abbigliamento, non essendoci l’obbligo della quarantena in caso di contatto diretto con un soggetto positivo asintomatico. Come riporta il Guardian, i residenti della zona di Kashgar hanno segnalato i primi disagi sui trasporti quando i voli in entrata e in uscita sono stati improvvisamente cancellati. La polizia locale avrebbe anche pubblicato, per poi cancellare, un messaggio sui social che ricordava di indossare le mascherine e «non credere o diffondere voci».

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