Un protocollo nazionale per i test e fondi per la salute mentale: le proposte dell’Associazione Coscioni per fronteggiare la pandemia

di Redazione

Tra le misure elaborate dal gruppo di esperti ci sono anche la riforma del Comitato tecnico scientifico e una piattaforma europea per ricerca e vaccini

Mentre il governo presenta un nuovo Dpcm per cercare di rallentare l’aumento nei contagi da Coronavirus che negli ultimi due giorni ha fatto registrare quasi 40mila positivi, arrivano nuovi appelli e proposte dalla società civile. Dopo la lettera firmata da oltre cento scienziati al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte per chiedere di «assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni», anche l’Associazione Luca Coscioni, attiva a tutela del diritto alla scienza e alla salute, ha inviato al governo una serie di proposte urgenti in chiave anti-Covid.


Le proposte, «non ideologiche», come le definisce il tesoriere dell’associazione, Marco Cappato, sono state elaborate con esperti per ogni singolo settore, da Fabrizio Starace, presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep) e membro della Commissione Colao, a Guido Rasi (Agenzia europea per i medicinali). A queste Cappato aggiunge anche una richiesta di maggiore coinvolgimento del potere legislativo da parte del governo. «La decisione definitiva sul lockdown sì o no andrebbe presa urgentemente – dichiara -, al più tardi martedì sera, dopo due giorni di dibattito parlamentare nel quale il governo spieghi davanti al Paese le precise misure sanitarie d’urgenza sulle quali è davvero in grado di impegnarsi».


Le proposte dell’Associazione Coscioni

Test e tracciamento

L’aumento esponenziale dei contagi da Covid nelle ultime settimane ha reso ancora più difficile il tracciamento dei positivi. Così, tra le priorità identificate dall’Associazione Coscioni c’è quella di istituire call center per il tracciamento e i testi rapidi. «Dove le ASL non sono in grado di effettuare l’attività con il proprio personale è prioritario reperire altre risorse anche non strutturate (studenti universitari, pensionati ecc.) che con un addestramento anche minimo possono effettuare telefonate di tracciamento dei contatti», propone Luca Carra, di Scienza in Rete. Per aumentare il numero e la frequenza dei test, l’Associazione propone anche di estendere la loro realizzazione ai «soggetti con competenze mediche, a partire da ambulatori e studi odontoiatrici».

Per quanto riguarda invece l’altra “t”, quella di test, l’Associazione propone – come aveva fatto lo scorso marzo insieme a due ex presidenti dell’Istat, Giorgio Alleva e Alberto Zuliani – di testare con il tampone un campione statistico, che comprenda sintomatici e asintomatici, da ripetere a regolare intervalli di tempo, anche per permettere un confronto tra le varie aree geografiche del Paese. «Un campione probabilistico quindicinale anche di poche migliaia di unità, eventualmente con accertamenti più semplici ma con la forza dell’obbligo di risposta in virtù della rilevanza sanitaria, potrebbe dare grande forza ai numeri e al dibattito corrente, fornire fondamento migliore alle decisioni delle istituzioni preposte e impegnare a un rispetto più convinto i destinatari, cittadini e imprese».

Finanziamenti in ricerca e assistenza medica

Durante la Fase 1 della pandemia i Medici di Medicina Generale sono state le sentinelle del sistema sanitario, grazie al contatto diretto con il territorio e con i pazienti. Per questo l’Associazione chiede di estendere il loro ruolo – tramite maggiori orari di ambulatorio e visite – e di potenziare i servizi di tele-assistenza. Per un costo complessivo di 700/900 milioni su circa 3 miliardi di investimenti in medicina generale, telemedicina e assistenza domiciliare. Per Fabrizio Starace servono altri 2 miliardi in investimenti per la salute mentale, anche per personalizzare ulteriormente i servizi di assistenza.

Per quanto riguarda invece la ricerca e lo sviluppo dei vaccini, la parola d’ordine è Bruxelles e l’obiettivo identificato dall’Associazione è quello di sviluppare una piattaforma europea per ricerca e vaccini. Come propone il Direttore dell’Ema, Guido Rasi, con circa 10/12 milioni di euro si potrebbe mettere in piedi una piattaforma di coordinamento che in poche settimane permetterebbe di osservare e mettere a confronto le varie campagne vaccinali in modo tale da perfezionarle.

Regole più semplici e trasparenza

Per il momento le scuole rimangono aperte, anche se è tornata la didattica a distanza nelle superiori. Le regioni e i comuni spingono per mantenere una propria autonomia per quanto riguarda l’applicazione di nuovi limiti di orario e l’organizzazione dell’offerta didattica. L’Associazione invece propone di istituire «un unico protocollo nazionale da adottare con test obbligatorio di tutta la classe quando si riscontra un caso positivo, e quarantena per tutta la classe fino all’esito del test» anche per centralizzare i dati in modo tale da monitorare la situazione a livello nazionale.

La richiesta di maggiore chiarezza e trasparenza da parte dell’Associazione, riguarda anche gli organi decisionali. A partire dal Comitato tecnico scientifico (Cts), l’organo creato con un decreto del capo della protezione civile Angelo Borrelli lo scorso 5 febbraio e composto da esperti e scienziati che consigliano al governo quali misure adottare per contrastare la pandemia. L’Associazione Coscioni chiede di «integrare il Cts inserendo una componente prevalente di epidemiologi, virologi e medici di salute pubblica, esperti di area psicosociale e comportamentale, chiarendo anche le competenze del Comitato e definendo pubblicamente i processi di lavoro e di interlocuzione con le altre istituzioni». A tutela dei diritti costituzionali dei cittadini in termini di partecipazione democratica in epoca di distanziamento fisico e divieto di assembramento, l’Associazione chiede di «consentire la firma a distanza di referendum e iniziative popolari, ad esempio attraverso SPID».

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