La lettera firmata da 100 scienziati: «Servono misure drastiche in massimo tre giorni»

Il rischio secondo i dati diffusi dal presidente dell’Accademia dei Lincei Giorgio Parisi è quello di arrivare a 500 vittime al giorno entro la metà di novembre

L’appello è stato lanciato da oltre cento scienziati ed è rivolto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Consiglio Giuseppe Conte. La richiesta è chiara: «Assumere provvedimenti stringenti e drastici nei prossimi due o tre giorni». La lettera è stata diffusa dall’agenzia di stampa Adnkronos. I firmatari chiedono di assecondare l’allarme di Giorgio Parisi, il presidente dell’Accademia dei Lincei. Parisi negli scorsi giorni ha spiegato che se i contagi dovessero andare avanti a questo ritmo a metà novembre ci saranno 500 vittime al giorno per il Coronavirus.


Oltre all’impatto sanitario, gli scienziati che hanno firmato la lettera pensano anche alle conseguenze che un lockdown prolungato, partito con troppo ritardo, potrebbe avere sull’economia del Paese. La tesi è semplice: più si aspetta più il conto da pagare sarà salato.


«La salvaguardia dei posti di lavoro, delle attività imprenditoriali e industriali, esercizi commerciali, e le altre attività verrebbero del resto ad essere anch’esse inevitabilmente pregiudicate all’esito di un dilagare fuori controllo della pandemia che si protraesse per molti mesi. Prendere misure efficaci adesso serve proprio per salvare l’economia e i posti di lavoro. Più tempo si aspetta, più le misure che si prenderanno dovranno essere più dure, durare più a lungo, producendo quindi un impatto economico maggiore».

Fra i nomi che hanno firmato la lettera ci sono Luigi Ambrosio, rettore della Normale di Pisa, Fernando Ferroni, ex presidente Istituto Nazionale Fisica Nucleare, Gianfranco Viesti, economista dell’Università di Bari e Carlo Doglioni presidente Istituto nazionale geofisica e vulcanologia, Alfio Quarteroni, matematico applicato, Enzo Marinari, ordinario di Fisica alla Sapienza.

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