Chi è Giorgio Parisi, il genio italiano che ha vinto il Nobel per la Fisica: «Ho pensato a uno scherzo»

Romano, classe 1948, dal liceo scientifico della sua adolescenza ha scalato le vette della ricerca scientifica arrivando ad insegnare in tutto il mondo. Intervistato da Open in piena pandemia aveva fornito importanti previsioni sul tasso di mortalità

«Hanno telefonato un po’ in anticipo e all’inizio ho avuto paura che fosse uno scherzo, ma poi è stato subito chiaro che non lo era». Giorgio Parisi racconta così i momenti in cui ha saputo di essere il nuovo premio Nobel per la Fisica. «Mi avevano detto che le telefonate sarebbero arrivate dopo le 11 e quindi sono stato colto di sorpresa. Ma quando ho visto il numero che cominciava con un 4, e quindi dell’Europa settentrionale, mi sono detto: “può darsi che sia la volta buona”». E la volta buona lo è stata davvero per uno degli scienziati italiani più apprezzati nel mondo e oggi consacrato ancor di più nell’olimpo delle eccellenze. Lo scorso 22 settembre era entrato nella classifica dei ricercatori scientifici più citati al mondo: oggi la notizia per Giorgio Parisi è quella di un premio Nobel per la Fisica che all’inizio pensava addirittura frutto dello scherzo di qualche buontempone.


Fisico e accademico italiano, ha dedicato il suo lavoro a studiare la fisica statistica e la teoria dei campi, ottenendo risultati che lo avevano già consacrato in quella che di norma viene definita “l’anticamera” del Nobel. Poco meno di un mese fa era difatti entrato nella classifica della Clarivate Citation Laureates, inserendosi ufficialmente nella cerchia degli scienziati più citati al mondo. Con Carlo Rubbia e Michele Parrinello poi è stato l’unico fisico italiano membro della National Academy of Sciences degli Stati Uniti d’America e ora orgoglio nazionale nella 120esima edizione del premio istituito da Alfred Nobel.


Dal liceo scientifico alla Columbia University

Classe 1948, Parisi nasce a Roma da una famiglia benestante. Gli studi al liceo Scientifico furono l’anticamera per un percorso di studi all’insegna di calcoli e statistiche: la laurea in Fisica alla Sapienza di Roma con una tesi sul bosone di Higgs gli valse un posto come ricercatore prima al Cnr e poi all’Istituto nazionale di fisica nucleare. Dopo anni di studio Parisi arriva ad ottenere l’ordinariato in fisica teorica ottenendo ruolo di docente anche presso la Columbia University in America, e in Francia presso l’Institut des Hautes Études Scientifiques e l’Ecole Normale Superieure di Parigi. Dopo anni di insegnamento anche in Italia a La Sapienza e all’Università Tor Vergata di Roma approda alla carica di presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei nello scorso 2018.

Le scoperte e la pioggia di riconoscimenti

Con oltre 600 articoli, quattro libri e innumerevoli interventi in conferenze e convegni scientifici Giorgio Parisi è uno dei fisici e scienziati italiani più noti e apprezzati al mondo. Vincitore di due Advanced grants dell’Erc European Research Council nel 2010 e nel 2016, ha favorito l’avanzamento del sapere scientifico su numerose aree della fisica: dalla meccanica statistica alla materia condensata, dalla fisica delle particelle alla fluidodinamica. In particolare nell’ambito della fisica della materia condensata ha introdotto i cosiddetti “vetri di spin”, particolari modelli magnetici che hanno trovato applicazione in diverse branche della medicina e della biologia.

E questo è solo un esempio di come le sue numerose scoperte abbiano avuto un forte impatto in molti altri campi del sapere, dall’antropologia alla finanza, dalle scienze sociali a quelle cognitive. Nel numeroso elenco di riconoscimenti ricevuti spicca quello del 1992 quando la Medaglia Boltzmann lo premiò per i suoi contributi alla teoria dei sistemi disordinati. E ancora nel 2011 quando ricevette la Medaglia Max Planck dalla società tedesca di fisica Deutsche Physikalische Gesellschaft. Fino al prestigiosissimo Premio Nobel del 2021 assegnatogli per le importanti scoperte relative alla cromodinamica quantistica e allo studio dei sistemi disordinati complessi.

L’attivismo dimostrato in pandemia

Era il 24 ottobre 2020 e Giorgio Parisi diffondeva una preoccupante previsione statistica dei decessi giornalieri che di lì a breve Covid-19 avrebbe provocato in Italia. Al numero di circa 500 morti al giorno, il presidente dell’Accademia dei Lincei, una delle istituzioni scientifiche più antiche d’Europa, aveva scritto al presidente della Repubblica Sergio Mattarella insieme ad altri 100 scienziati di tutto il mondo affinché si intervenisse con misure di sicurezza più incisive. Nell’intervista che Parisi rilasciò ad Open proprio in quel frangente, fu chiaro il forte sentimento di responsabilità del mondo scientifico che il fisico in quel momento rappresentava in merito agli interventi necessari per provare a salvare vite umane in forte rischio.

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