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Ancora proteste in Polonia contro la legge che limita il diritto all’aborto. Il premier Morawiecki: «Pronti a usare l’esercito» – Il video

«Siamo in guerra per i diritti delle donne», hanno urlato i manifestanti. Intanto il primo ministro ha definito i disordini «atti di barbarie» e ha chiesto di rispettare le misure per la pandemia

Per il quinto giorno consecutivo, ieri migliaia di persone si sono riversate nelle strade polacche per protestare contro la decisione della Corte costituzionale di vietare l’aborto anche in casi di grave malformazione del feto. La legge polacca è una delle più restrittive d’Europa in materia di interruzione di gravidanza. Quest’ultima è prevista ora solo in caso di stupro e incesto, o per tutelare la vita della madre. Ieri sera la folla ha bloccato le strade in diverse città del Paese, a partire da Varsavia. «Siamo in guerra per i diritti delle donne» è uno degli slogan urlato dai manifestanti. Le macchine con il segno del fulmine che simboleggia la protesta sono apparse anche a Lodz, dove sono state accolte con il clacson da altre vetture. Con dietro il suono delle sirene della polizia e il rumore degli scontri, una ragazza ha suonato con la fisarmonica una versione polacca di Bella Ciao. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha annunciato una dura risposta a quelli che ha definito «atti di barbarie, vandalismo e alle aggressioni». Morawiecki ha chiesto l’aiuto dell’esercito, con una delibera pubblicata sulla Gazzetta ufficiale. In un dichiarazione diffusa su youtube, il premier esprime timore per l’escalation della tensione sociale e si rivolge alla «saggezza della maggioranza silenziosa» chiedendo di rispettare le misure della pandemia.

 

Durante la protesta però i manifestanti sono stati attaccati da un gruppo di estrema destra. «Stiamo assistendo a un allineamento tra le autorità politiche, la chiesa e gruppi militanti di destra. È davvero spaventoso», ha detto al Guardian Marta Kotwas, ricercatrice sulle politiche populiste polacche presso la UCL School of Slavonic and East European Studies di Londra. Intanto, oggi durante una sessione del parlamento polacco, all’opposizione è stato impedito, in una mossa inusuale, di avvicinarsi ai membri dell’esecutivo guidato dal partito di diritto e giustizia (Pis).

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