La Calabria impugna l’ordinanza del governo, scontro sulla zona rossa: arrivano sit-in e proteste

di Redazione

Il presidente reggente Nino Spirlì ha annunciato ricorso contro la decisione del governo di imporre la zona rossa per la Calabria. E nella regione cominciano a organizzarsi le prime proteste contro il lockdown

«Impugneremo la nuova ordinanza del ministro della Salute che istituisce la zona rossa in Calabria». Non si arrende il presidente facente funzioni della Calabria, Nino Spirlì, che annuncia di dar battaglia a Roberto Speranza e al Governo Conte presentando un ricorso contro il nuovo Dpcm, firmato il 3 novembre, che bolla appunto come zona ad alto rischio di contagio da Coronavirus la regione del Sud Italia. «Questa regione non merita un isolamento che rischia di esserle fatale», dice.


Una volontà – quella di Conte e dei suoi – «preconcetta», spiega Spirlì, immutabile, nonostante «le costanti interlocuzioni che ho avuto in questi giorni con i membri del Governo e con il commissario Arcuri». Per il governatore l’intenzione dell’esecutivo è quella di «chiudere una regione i cui dati epidemiologici, di fatto, non giustificano alcun lockdown, soprattutto se confrontati con quelli delle nostre compagne di sventura: Lombardia, Piemonte e Val d’Aosta».


ANSA | Il presidente f.f. della Regione Calabria Nino Spirlì

Attese manifestazioni e sit-in

Alla vigilia dell’entrata in vigore del nuovo Dpcm, la Calabria si ritrova a dover fare i conti da un lato con i cittadini che ritengono opportuno il provvedimento, considerato il sistema sanitario regionale duramente compromesso da anni di cattiva gestione e che non riuscirebbe a garantire l’assistenza adeguata in caso di aumento di ricoveri in ospedale per Covid 19. Dall’altro le critiche soprattutto degli operatori dei settori produttivi e del commercio per il conseguente e inevitabile danno economico che queste disposizioni creeranno sul tessuto sociale.

«Chiudere tutto – ha detto all’Ansa il sindaco di Cosenza Mario Occhiuto – è la cosa più semplice per affrontare l’emergenza, ma non la soluzione del problema. Adesso la Calabria diventa anche zona rossa, ma è una grave ingiustizia per i calabresi». «Sembra più un provvedimento frutto di motivazioni politiche e punitive – ha aggiunto Occhiuto – che non di oggettive misure precauzionali».

Ad essere in fibrillazione in queste ore è anche la città di Reggio Calabria. Stamattina è infatti partito il classico passaparola sui social: in molti stanno rilanciando l’appello per dar vita ad un sit-in civico alle 18.30 di stasera davanti alla Prefettura. Un’adunata spontanea che partirà da piazza De Nava e con una marcia pacifica si dirigerà verso la Prefettura.

«Una adunata che vuole essere – spiegano gli organizzatori – una protesta ferma contro la zona rossa ordinata dal presidente Conte in Calabria senza che ce ne fosse assolutamente bisogno». Non sarà una manifestazione politica. «I politici di qualunque schieramento sono pregati di astenersi o, se vorranno esserci, di partecipare da semplici cittadini».

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