Scontro tra giudici sulle scuole pugliesi: il Tar di Bari le riapre, quello di Lecce conferma la chiusura

di Redazione

Decisioni opposte da parte di due diverse sezioni del Tar Pugliese. Ma secondo alcuni giuristi a prevalere sarà la scelta presa nel capoluogo regionale

E’ caos, almeno apparentemente, tra le diverse decisioni dei tribunali amministrativi della Regione Puglia. Nell’ambito di poche ore, infatti, due Tar distinti hanno preso due decisioni opposte circa l’ordinanza con cui Michele Emiliano aveva chiuso tutte le scuole, eccetto le materne, stringendo le maglie ulteriormente rispetto al Dpcm del governo. Il Tribunale amministrativo pugliese, terza sezione di Bari, ha mandato formalmente in soffitta l’ordinanza regionale, voluta dal presidente Michele Emiliano, per fronteggiare la pandemia da Coronavirus. Secondo la Terza Sezione del Tar della Puglia, infatti, «l’ordinanza del Presidente della Regione Puglia con cui è stata disposta la didattica integrata per tutte le scuole di ogni ordine e grado sul territorio regionale, ad eccezione dei servizi per l’infanzia, interferisce, in modo non coerente, con l’organizzazione differenziata dei servizi scolastici disposta dal sopravvenuto Dpcm 3 novembre 2020».


Opposta la scelta della sezione di Lecce del Tar della Puglia che ha invece respinto una seconda richiesta di sospensione dell’ordinanza della Regione Puglia, presentata da alcuni genitori salentini. Il tribunale ha ritenuto “prevalente” il diritto alla salute su quello allo studio, fissando l’udienza collegiale di merito al 25 novembre, il giorno dopo la scadenza dell’ordinanza regionale.


Cosa succede a questo punto? Secondo il Quotidiano di Puglia, che ha interpellato l’avvocato Angelo Vantaggiato, prevale la decisione di riaprire le scuole, ovvero quella presa da Bari: «Al netto del merito della questione di cui si discute – spiega il legale – ritengo debba prevalere la decisione presa a Bari, sia perché i giudici si sono espressi su un ricorso presentato dal Codacons, che ha maggiore potere di rappresentanza rispetto a singoli cittadini, sia perché hanno emanato un provvedimento che ha valore generale, dunque prevalente rispetto al decreto di Lecce che, semplicemente, conferma l’ordinanza». Ma la battaglia legale potrebbe rivelare altri colpi di scena.

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