Coronavirus. Il Governo compra TV e Radio con 50 milioni di euro per parlare di contagi? No!

di David Puente

Un fondo deciso a maggio per affrontare le difficoltà economiche delle piccole emittenti italiane è diventato oggetto di critiche e teorie prive di fondamento

A partire dal 19 novembre 2020 diversi siti hanno diffuso la notizia di un fondo di 50 milioni di euro destinato dal Governo a TV e radio per «parlare di Covid19». «Con questo decreto il governo sembra voler “comprare” una parte dell’informazione» recita il sito OltreTV, ponendo una domanda: «Se il governo paga un’emittente che s’impegna a dire quello che vuole il governo, possiamo ancora parlare di informazione corretta, libera e indipendente?».

Si tratta di un contributo straordinario noto come «fondo emergenze emittenti locali» e coinvolge le emittenti locali, non nazionali, attraverso specifiche condizioni che non trovano seguito nelle teorie del complotto dei fantomatici «media venduti al Governo».

Per chi ha fretta

  • Il fondo è stato annunciato in un decreto a maggio 2020 con la cifra dei 50 milioni.
  • L’obiettivo dichiarato del fondo è l’aiuto economico nei confronti delle piccole emittenti locali colpite dall’emergenza Covid19.
  • Le emittenti che vorranno ottenere il fondo dovranno poi impegnarsi a trasmettere i messaggi istituzionali sull’emergenza Covid19.
  • Le tipologie di messaggi già utilizzate dal Governo sono quelle per l’uso delle mascherine e della campagna contro la violenza domestica.
  • Le emittenti dovranno solo mantenere l’impegno di trasmettere i messaggi.
  • I fondi non verranno persi se l’emittente deciderà di contestare il Governo, mantenendo dunque l’indipendenza editoriale.

Analisi

Parliamo del provvedimento del Ministero dello Sviluppo economico pubblicato il 9 novembre in Gazzetta Ufficiale e che fa riferimento al decreto 12 ottobre 2020 con oggetto «Definizione dei criteri di verifica e delle modalita’ di erogazione degli stanziamenti previsti a favore delle emittenti locali televisive e radiofoniche».

A quanto si legge nella Gazzetta Ufficiale, tale azione del Governo fa riferimento al decreto 19 maggio 2020 n.34 recante «Misure urgenti in materia di salute, sostegno al lavoro e all’economia, nonche’ di politiche sociali connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19», in particolare all’articolo 195 «Fondo emergenze emittenti locali» dove notiamo un elemento utile all’analisi:

1. Al fine di consentire alle emittenti radiotelevisive locali di continuare a svolgere il servizio di interesse generale informativo sui territori attraverso la quotidiana produzione e trasmissione di approfondita informazione locale a beneficio dei cittadini, e’ stanziato nello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico l’importo di 50 milioni di euro per l’anno 2020, che costituisce tetto di spesa, per l’erogazione di un contributo straordinario per i servizi informativi connessi alla diffusione del contagio da COVID-19. Le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria all’interno dei propri spazi informativi. Il contributo e’ erogato secondo i criteri previsti con decreti del Ministro dello sviluppo economico, contenenti le modalita’ di verifica dell’effettivo adempimento degli oneri informativi, in base alle graduatorie per l’anno 2019 approvate ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146.

2. Al relativo onere, pari a 50 milioni di euro per l’anno 2020 si provvede ai sensi dell’articolo 265.

Come possiamo notare, la somma dei 50 milioni era già prevista a maggio e destinata alle emittenti radiotelevisive locali, non «nazionali» come Mediaset o La7, tanto per citare due esempi. Il 13 novembre 2020 il Ministero dello Sviluppo economico pubblica il decreto direttoriale con in allegato le liste delle emittenti coinvolte:

Si potrebbe parlare di una sorta di aiuto di Stato per l’emergenza economica creatasi durante la Pandemia, però questo «aiuto» viene compensato con la trasmissione di messaggi istituzionali. Di quali contenuti stiamo parlando? Leggiamo dal decreto:

Le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere all’interno dei propri spazi informativi i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria che saranno resi disponibili tramite la piattaforma messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico.

Sul sito della Presidenza del Consiglio dei Ministri sono stati pubblicati nel tempo le campagne di comunicazione sull’emergenza sanitaria come la seguente:

Non ci sono soltanto campagne relative alle mascherine e all’igiene, ma anche quella promossa dal Dipartimento per le Pari Opportunità a sostegno delle vittime di violenza domestica durante l’emergenza Covid19:

Non si tratta di diffusione di bollettini, dei numeri sulla Pandemia e altre teorie legate al «terrorismo sanitario» appartenente alla narrativa negazionista, si tratta di messaggi riguardo le buone pratiche per arginare la diffusione del nuovo Coronavirus e per sostenere determinate campagne come quella precedentemente citata. Si, tra le campagne notiamo anche quella per l’installazione dell’App Immuni:

Quali sono i limiti? Tra le teorie diffuse c’è quella del «se si finanzia l’informazione, il finanziato scriverà sempre a favore del finanziante» facendo intendere che a seguito dell’erogazione del fondo l’emittente non debba mai e poi mai criticare o contestare il Governo. Per verificare basta leggere il decreto partendo dall’articolo 1:

1. Le emittenti radiotelevisive locali beneficiarie si impegnano a trasmettere all’interno dei propri spazi informativi i messaggi di comunicazione istituzionale relativi all’emergenza sanitaria che saranno resi disponibili tramite la piattaforma messa a disposizione dal Ministero dello sviluppo economico. […]

4. Il numero minimo dei messaggi che ogni emittente si impegna a trasmettere e’ fissato diversamente in ragione del contributo concesso come riportato nell’allegato che fa parte integrante del presente decreto.

5. I messaggi dovranno essere equamente distribuiti nelle ore di programmazione, secondo i limiti e le modalita’ previste dall’allegato, con l’impegno a garantire la messa in onda per una durata complessiva di almeno sessanta giorni compatibilmente con gli intervalli temporali di utilizzazione e di validita’ dei messaggi informativi che saranno resi disponibili.

L’impegno riguarda solo la trasmissione dei messaggi di comunicazione istituzionale come quelli citati in precedenza. L’emittente rimane indipendente dal punto di vista editoriale, ma al fine di ottenere il fondo – utile ad affrontare la crisi economica derivante dalla Covid19 – bisogna dedicare degli spazi durante la giornata per trasmettere i messaggi. Ecco gli orari e le date riportate nel decreto direttoriale del 13 novembre all’articolo 2:

Il piano di messa in onda dovrà riferirsi al periodo compreso fra la scadenza del termine di presentazione della domanda e il 30 aprile 2021 con una durata complessiva minima di diffusione di 60 giorni, così articolati:
– minimo 10 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso tra la scadenza del termine fissato per la presentazione delle domande e il 31 dicembre 2020;
– minimo 30 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso fra 1 gennaio e 28 febbraio 2021;
– minimo 20 giorni anche non continuativi di diffusione nel periodo compreso fra 1 marzo e 30 aprile 2021.

Nello stesso documento leggiamo all’articolo 3:

1. Il Ministero si riserva di effettuare i necessari controlli relativamente alla veridicità delle dichiarazioni rese in fase di presentazione della domanda di accesso al contributo e di verificare il corretto adempimento degli obblighi assunti con la sottoscrizione della predetta domanda.

[…]

4. L’eventuale violazione dell’impegno assunto con la presentazione della domanda in merito alla messa a disposizione degli spazi informativi costituirà causa di esclusione dal beneficio e, se accertata dopo la erogazione del contributo, ne comporterà la revoca ai sensi e con le modalità previste dall’ art. 8 del Presidente della Repubblica 23 agosto 2017, n. 146.

L’esclusione dal fondo avviene nel caso di violazione dell’impegno assunto per la diffusione dei messaggi istituzionali. Non sono previste, dunque, condizioni in cui l’emittente che ottiene il fondo sia tenuta a parlare a favore del Governo e dunque mantiene la sua indipendenza editoriale. Per assurdo, potrebbe anche criticare il video delle mascherine.

Conclusioni

Il fondo previsto dal Governo a maggio 2020 è vero, così come è vero che è destinato alle realtà locali per fronteggiare la crisi economica derivante dalla Pandemia, la stessa crisi che ha portato un minore introito pubblicitario nelle casse dei «piccoli media».

Le emittenti, facendo richiesta e ottenendo il fondo, non sono tenute a non parlare male del Governo, l’indipendenza editoriale viene mantenuta. Le emittenti beneficiarie dovranno solo mantenere l’impegno nel trasmettere i messaggi nei tempi e orari stabiliti, con le dovute flessibilità del caso.

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