Speranza anticipa il nuovo calo dell’indice Rt: «È sceso a 0,91, ma non possiamo abbassare la guardia»

di Redazione

Si conferma la tendenza delle ultime settimane. Il ministro, però, avvisa: «Siamo nel pieno di un’epidemia che non bisogna considerare sconfitta»

«Domani avremo un indice Rt a 0,91». Il ministro della Salute, Roberto Speranza, a Piazza Pulita su La7 anticipa l’ultimo aggiornamento relativo al dato che misura la trasmissibilità del Coronavirus, e che influenza direttamente le decisioni del governo sulle restrizioni da adottare nelle varie Regioni. Nelle ultime settimane l’indice è sceso da 1,7 a 1,4 a 1,2, ha ricordato il ministro della Salute sottolineando, in base ai dati soprattutto dei decessi, che «siamo nel pieno di un’epidemia che non possiamo considerare sconfitta».


Abbiamo avuto, ha detto Speranza, qualche segnale di abbassamento della curva dei contagi, «però siamo ancora pienamente dentro questa crisi, guai abbassare la guardia». Parlando delle ultime misure adottate dall’esecutivo, Speranza ha spiegato: «Abbiamo scelto una linea necessaria per non riprecipitare in una situazione difficile. Non firmo ordinanze a cuor leggero. Ma abbiamo scelto di piegare la curva evitando un lockdown generalizzato. Non abbiamo mai fermato il lavoro, ma la salute viene prima».


«L’inchiesta di Report? L’Oms dovrà fare chiarezza»

Speranza ha poi parlato dell’inchiesta di Report su Rai3 relativa al piano pandemico italiano e ad un documento dell’Oms che sarebbe stato critico verso l’Italia e poi ritirato dalla stessa organizzazione: «Io ho visto il documento e non parla in nessun modo in maniera negativa dell’Italia», ha detto Speranza, sottolineando però che «l’Oms dovrà fare chiarezza». In ogni caso, ha proseguito il ministro, «penso che il nostro Paese non possa cambiare opinione sull’Oms, pezzo fondamentale nella gestione della sanità». Speranza ha poi definito quella sull’inchiesta una «polemica senza senso»: «In questo momento dovremmo concentrarci per affrontare le grandi sfide che abbiamo davanti», ha concluso il ministro.

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