Vaccino anti-Covid, il ritardo di Sanofi inguaia l’Italia. Speranza: «L’Ue parta tutta assieme». I dubbi di Merkel

Slitta la consegna di 40 milioni di dosi, il 20% di quelle opzionate dal nostro Paese. Oggi vertice Governo-Regioni per decidere quante persone avranno la priorità

Erano previste 20 milioni di dosi di vaccino anti-Covid a giugno e 40 in totale entro il 2021, ma non arriveranno nei tempi previsti. Ad annunciarlo è stata Sanofi, che ha ammesso che la consegna dei vaccini promessi all’Italia – e al resto del mondo – dovrà slittare. Il motivo? I risultati delle sperimentazioni, ha spiegato l’azienda francese, «hanno mostrato una risposta immunitaria bassa negli adulti sopra ai 49 anni». Ora sarà necessaria una nuova sperimentazione e «l’arrivo del vaccino è previsto per l’ultimo trimestre del 2021», dice Sanofi. Ciò vuol dire che in Italia le 40 milioni di dosi arriveranno nel 2022. Ma con quale impatto sul piano vaccinale nazionale?


Gli accordi previsti dal piano italiano

In tutto sono circa 200 milioni le dosi opzionate dall’Italia attraverso i contratti firmati in questi mesi dalla Commissione Ue. E Sanofi rappresentava una quota importante, circa il 20%, come si vede dai numeri relativi agli accordi siglati per ora:


  • Contratto con Johnson & Johnson, 53,84 milioni di dosi;
  • Contratto con Astrazeneca, 40,38;
  • Contratto con Sanofi, 40,38;
  • Contratto con Pfizer/Biontech, 26,92;
  • Contratto con Curevac, 30,285;
  • Contratto con Moderna, 10,768.

L’effetto più immediato del ritardo di Sanofi è che costringerà l’Italia a rivedere le cifre del piano vaccinale anti-Covid presentato solo pochi giorni fa dal ministro della Salute Roberto Speranza al parlamento.

La Commissione Ue: «Gli Stati membri si facciano trovare pronti»

La campagna vaccinale inizierà a gennaio, come ha ribadito oggi, 12 dicembre, lo stesso Speranza: «Gennaio sarà il mese delle vaccinazione e spero che si possa partire in contemporanea in tutta Europa». Uno scenario rispetto al quale la cancelliera tedesca Angela Merkel non s’è detta così ottimista: «Non so se potremo garantire che le vaccinazioni inizino tutte allo stesso esatto momento in tutti i Paesi Ue». Un portavoce della Commissione ha osservato che «i vaccini dovrebbero essere disponibili per tutti allo stesso tempo. Continuiamo a incoraggiare gli Stati membri a essere preparati per le vaccinazioni in base ai loro piani».

Il Governo vuole i numeri «in tempi rapidissimi»

Dalle parole di Merkel si evince come la Germania sia preoccupata dai ritardi sulla tabella di marcia di alcuni Paesi membri. A Roma, a dispetto delle dichiarazioni di facciata, il cantiere è ancora aperto, soprattutto sui soggetti che dovranno essere vaccinati in via prioritaria. Oggi il Governo ha in programma un vertice con le Regioni affinché ciascuna fornisca in «tempi rapidissimi» il numero dei primi soggetti che riceveranno il vaccino. Alla riunione parteciperanno Speranza e il commissario per l’emergenza Domenico Arcuri.

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