La settimana che cambiò (per sempre?) PornHub. Milioni di video cancellati ma il revenge porn resta

Tra il 13 e il 14 dicembre 8,8 milioni di video sono stati cancellati dalla piattaforma. Ora rimangono solo quelli di account verificati. Una scelta nata dopo l’inchiesta del “New York Times”

Sono passati oltre quattro anni dal suicidio di Tiziana Cantone. Quattro anni da quel 13 settembre 2016 dove il suo corpo è stato trovato in uno scantinato di Mugnano, un comune da 35 mila abitanti ai confini di Napoli. Quel «Stai facendo un video? Bravo» che Tiziana aveva detto mentre la stavano riprendendo con lo smartphone durante un rapporto sessuale era diventanto un meme. Prima sulle piattaforme pornografiche, poi su tutte le altre. Un meme che l’aveva resa riconoscibile ovunque, tanto che Tiziana non aveva più trovato nessun posto in cui nascondersi. Se non quello scantinato di Mugnano. Fra le piattaforme su cui è stato caricato quel video c’era anche PornHub. Caricato e ricaricato, regolarmente. Nonostante le ordinanze dei tribunali e le segnalazioni degli utenti. Esattamente come i video di cui ha parlato il giornalista del New York Times Nicholas Kristof nel servizio che ha cambiato il modo in cui la piattaforma di pornografia più nota al modo tratta i suoi contenuti. Un cambiamento epocale, tanto che nell’arco di una notte i video presenti su PornHub sono passati da 13,5 milioni a 4,7 milioni. Quasi due terzi in meno.


L’inchiesta del New York Times

Il 4 dicembre Nicholas Kristof ha pubblicato sul New York Times un reportage dal titolo Children of PornHub. Le storie che Kiristof ha raccontato nel suo lavoro hanno tutte molto in comune con quella di Tiziana Cantone. Immagini strappate da conversazioni private, video di minori abusati, video pornografici amatoriali diffusi senza il consenso di chi viene ripreso. Materiale che a volte ha causato danni evidenti alla vita dei loro protagonisti. Come è successo per Serena K. Fleites, ricattata, emarginata e costretta a cambiare scuola per un suo video caricato da un ex su PornHub. Quando aveva 14 anni. Per ricordare un’altra storia più vicina a noi, su questo portale è stato pubblicato anche il video porno di Belen Rodriguez. Un vecchio filmato, diffuso senza nessun consenso. Revenge porn. Una sequenza che nemmeno una celebrity con la sua eco mediatica è riuscita a far togliere subito dalla piattaforma, nonostante tutte le denunce alla polizia postale. Dopo la pubblicazione dell’articolo i vertici di MindGeek, il colosso del porno dietro PornHub, avevano dichiarato che sarebbe cominciato un processo per lasciare sul sito solo i video pubblicati da canali verificati, appartenenti quindi a case di produzione e attori professionisti.


L’abbandono di Mastercard e Visa

Nonostante le dichiarazioni dei manager dell’azienda, Mastercard e Visa hanno deciso di tagliare i ponti con MindGeek. Una scelta che ha copito al cuore il business di questa società. L’elenco dei portali che gestisce non si ferma a PornHub, ci sono anche YouPorn, Tube8, RedTube, GayTube e Peeperz. Insomma. Se state guardando un video porno in rete è molto probabile che state contribuendo a far crescere il fatturato di MindGeek. Parte del business si gioca sui video gratuiti e parte sulle sezioni a pagamento. Chi paga può accedere alle aree esclusive: video girati con alto budget, piattaforme di dating e web cam girl. Servizi che già PayPal aveva rinunciato a supportare e che ora non possono puntare nemmeno sul sostegno dei circuiti Mastercard e Visa. Un danno economico ancora difficile da calcolare.

I video cancellati (e quelli che rimangono in rete)

MindGeek ha deciso così di accelerare il processo di espiazione. Tra il 13 e il 14 dicembre sono spariti 8,8 milioni di video. Tutti quelli che appartenevano ad account non verificati. Abbastanza per segnare un cambio di paradigma totale in una piattaforma che proprio sui video amatoriali aveva fatto la sua fortuna. Operazione riuscita? Nemmeno tanto. Senza troppa fatica su PornHub si trovano ancora video chiaramente amatoriali e chiaramente girati senza il consenso della persona ripresa. A partire da quello di Belen Rodriguez che dopo anni di battaglie resta ancora lì. Pubblicato da un account verificato.

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