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PornHub nei guai. Mastercard e Visa ritirano i loro servizi dopo l’editoriale del New York Times

11 Dicembre 2020 - 16:42 Riccardo Liberatore
Non è bastato il tentativo da parte della piattaforma di introdurre modifiche alla propria policy

Non è bastato il tentativo di PornHub di riformarsi in extremis per evitare ulteriori colpi alla propria credibilità e alle proprie finanze. La piattaforma di condivisione di materiale video pornografico ora dovrà fare i conti anche con la decisione annunciata da Mastercard e Visa di vietare l’utilizzo delle proprie carte sul sito. Una brutta botta, non soltanto per i gestori della piattaforma canadese – tra i siti più frequentati al mondo, con oltre 3,5 miliardi di utenti al mese – ma anche, come sottolinea la società in un comunicato, per gli attori e le attrici che dipendono dai pagamenti per vivere. È pur vero che la piattaforma ha lasciato spazio a contenuti illegali e violenti – ricordiamo per esempio il caso di GirlsDoPorn, le cui vittime-protagoniste hanno ottenuto un risarcimento milionario – senza rispondere in modo risolutivo.

«PornHub è il mio trafficante». La denuncia sul Nyt

Per sollevare un polverone è bastato invece un editoriale pubblicato sul New York Times. Nell’articolo, intitolato The Children of Pornhub, il giornalista Nicholas Kristof accusa la piattaforma di lucrare anche su video di stupri, contenuti pedo-pornografici, razzisti, misogini e violenti, oltre che su contenuti noti come revenge porn – diventato un reato anche in Italia nel 2019 -, come il caso recente della maestra di scuola materna che ha perso il lavoro a causa di un video, pubblicato dal suo ex, che la mostrava in atteggiamenti intimi. Nella galleria degli orrori di PornHub ogni tanto riappare anche un video di una ragazza, nota come Cali. Oggi ha 23 anni e studia giurisprudenza all’università ma, come ha raccontato a Kristof, i video pornografici nei quali fu costretta ad apparire dalla sua famiglia adottiva (a partire dall’età di 9 anni) tornano visibili tuttora sul sito, anche se sono stati più volte rimossi. «PornHub continua ad essere il mio trafficante anche se sono 5 anni che non faccio più quella vita», ha raccontato la ragazza al quotidiano newyorchese. Il motivo ha a che vedere con il fatto che, fino all’altro giorno, era possibile per gli utenti scaricare i video direttamente da PornHub, per poi ricaricarli sulla piattaforma in un secondo momento.

Troppo poco, troppo tardi?

Tra le riforme annunciate martedì dall’azienda dopo la pubblicazione dell’editoriale del Nyt c’è anche il divieto di download, salvo alcune eccezioni. A questo si aggiungono anche dei cambiamenti nelle politiche di moderazione sul sito e, soprattutto, il fatto che d’ora in avanti soltanto gli utenti autenticati – i «content partners» -, potranno caricare sul sito i propri video. Tutte misure che effettivamente dovrebbero aiutare a ridurre il volume di contenuti illegali sul sito, ma che, dopo un’investigazione, sia Mastercard sia Visa hanno ritenuto insufficienti. L’ufficio stampa di Mastercard fa sapere che l’indagine «ha confermato le violazioni dei nostri standard che vietano i contenuti illegali sul proprio sito», mentre Visa ha confermato la sospensione dei propri servizi sulla piattaforma in attesa di concludere la propria indagine. Si aggiungono così a Paypal, che aveva già interrotto il proprio rapporto di lavoro con la compagnia nel 2019. «Queste azioni sono deludenti, poiché arrivano solo due giorni dopo che PornHub ha istituito le misure di salvaguardia di più ampia portata nella storia delle piattaforme generate dagli utenti», la risposta di PornHub.

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