Chi era Anthony Quinn Warner, il complottista ossessionato dal 5G di Nashville che a Natale si è fatto esplodere in un camper

di Redazione

L’attentatore non è stato definito ancora un terrorista dalle autorità locali, poiché «non ci sono prove di un collegamento tra il gesto e un’ideologia»

Downtown, di Petula Clark. È questa la canzone che suonava nello stereo di Anthony Quinn Warner nel momento in cui si faceva esplodere nel l suo camper la notte di Natale in una strada della sua città, Nashville, in Tennessee. L’attentatore americano che ha ferito 8 persone e che ha provocato il crollo di una palazzina e danneggiatone altre, aveva 63 anni e «soffriva di paranoie complottiste».



Quindici minuti prima di farsi esplodere, Warner lo aveva annunciato da un altoparlante a bordo della vettura. Secondo quanto ricostruito dai quotidiani locali e dalle testimonianze di chi lo conosceva, l’attentatore – detto “Tony” – era «una specie di eremita». Per Steve Schmoldt, suo vicino di casa dal 2001, intervistato dalla CNN, Warner ha abitato a Bakertown Road, a Antioch (a una quindicina di chilometri dal centro di Nashville) «per molto tempo, vivendo in maniera estremamente riservata».

La casa, stando alle autorità, era circondata da telecamere, sensori e cartelli che intimavano le persone di stare lontano dall’abitazione. Intorno al 25 novembre, Warner ha ceduto la proprietà a una donna, probabilmente la sua compagna, alla quale aveva intestato anche un’altra proprietà nel 2019.

Arrestato nel 1978 per possesso di stupefacenti, dopo la morte del padre nel 2011 inizio a convincersi della validità delle teorie complottiste sulle reti telefoniche, fino all’ossessione per il 5G. Secondo Warner, suo padre – che era dipendente di una compagnia telefonica – si era ammalato a causa del suo lavoro. Per le autorità, comunque, non è ancora chiaro il motivo del gesto: per ora non viene considerato un atto terroristico, poiché appare «slegato da ideologie particolari».

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