Strage di Viareggio, il processo d’appello è da rifare. La Cassazione: «Prescritto il reato di omicidio colposo»

Nell’incidente del giugno 2009 morirono 32 persone. La disperazione dei parenti delle vittime dopo il verdetto

Prescritto il reato di omicidio colposo. È questa la decisione della Corte di Cassazione nel processo sulla strage di Viareggio dopo l’esclusione dell’aggravante della violazione delle norme sulla sicurezza sul posto di lavoro. La Cassazione ha chiesto al Tribunale di Firenze di riaprire il processo di appello. Una decisione valida anche per Mauro Moretti, l’ex ad di Ferrovie dello Stato (Fs) e Rete Ferroviaria Italiana (Rfi) che era stato condannato a 7 anni di reclusione. Bisogna rivalutare la responsabilità per il solo reato di disastro ferroviario colposo. L’avvocato Franco Coppi, difensore di Moretti, ha commentato: «È stato ridimensionato radicalmente il verdetto della Corte d’Appello di Firenze: la Cassazione ha emesso un dispositivo molto complesso ma ad una prima lettura emerge subito che è stato colpito in modo profondo l’impianto delle accuse e delle responsabilità».


Scene di disperazione fra i parenti delle vittime, davanti al palazzo dalla Corte di Cassazione a Roma. Molti di loro sono scoppiati in lacrime quando hanno ricevuto la notizia. Oltre a Moretti, il nuovo processo di appello riguarderà anche l’ex ad di Rfi Michele Mario Elia, l’ex ad di Trenitalia Vincenzo Soprano, l’ex certificatore della sicurezza per Rfi Francesco Favo, e i vertici di Gatx Rail Austria e Gatx Rail Germani, le società che stavano curando il trasporto del Gpl.


La notte dell’incidente

L’incidente al centro del processo risale al giugno 2009. Qualche minuto prima della mezzanotte il treno merci n. 50325 Trecate-Gricignano con 14 carri cisterna contenenti Gpl deraglia mentre sta arrivando alla stazione. Il gas fuoriesce. È più pesante dell’aria e quindi si diffonde all’altezza del suolo. In pochi munti si innesca l’incendio. Quella notte 11 persone sono morte appena sono esplose le fiamme. Altre 21 sono morte nei giorni successivi a causa delle ferite riportate durante la notte.

La storia giudiziaria

Le inchieste giudiziarie hanno avuto una storia travagliata. I primi indagati vennero individuati dalla Procura di Lucca quasi un anno dopo l’incidente, il 21 aprile 2010. Al secondo grado di giudizio l’ex amministratore delegato di Fs e Rfi Moretti è stato condannato a 7 anni di reclusione. Moretti era accusato insieme ad altri imputati di disastro ferroviario, incendio colposo, omicidio colposo plurimo e lesioni personali. Fin dall’inizio l’ex amministratore delegato ha rinunciato alla prescrizione.

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